"E se le fake-news non esistessero, ma fossero piuttosto i nostri cervelli a essere fake?" Questo agile saggio, il primo in Italia nel suo genere, ribalta il tema delle "false notizie" e della post-verità, affrontandolo da un altro, radicale, punto di vista. Viviamo in un mondo fatto di finzione positiva ed è la nostra mente a creare mondi immaginati, fake appunto, che ci coinvolgono socialmente. Attraverso moltissimi esempi: i giochi di una bambina di 4 anni, i tweet del CERN sulla "Forza", la foto virale di Starsky e Hutch invecchiati, le scoperte di un ricercatore della NOAA sulle "Scimmie acquatiche", le monete di Re Fidone, i poster dello Zio Sam e molti altri casi esemplari, comprendiamo come il fake sia ormai la cifra del nostro stare al mondo soprattutto al tempo dei "social media". Questo è il primo saggio italiano esaustivo sul tema delle fake news, ovvero della post-verità. Nella prima parte si mette in evidenza come le "false notizie" non siano solo sinonimo di imbroglio, ma – oggi più che mai – anche sintomo di una serie di ansie apicali legate alla nostra contemporaneità, dispersa su più piattaforme di conoscenza e dominata dalle logiche dei deep media (che ci portiamo addosso). Nella seconda, il volume si concentra sui modi in cui le fake news possono essere lette e gestite, all'interno di nuove regole del gioco della comunicazione pubblica; in cui oggi la contro-fattualità diventa pratica di vita online e offline. Che ci piaccia o no, dobbiamo imparare a vivere in mondi dove esistono le Sirene.