La scelta di proporre la traduzione italiana dell'opera più completa e sistematica dello psichiatra
armeno-francese Arthur Tatossian deriva dalla convinzione che esso rappresenti uno dei più chiari e
nello stesso tempo più completi compendi dei classici studi di psicopatologia fenomenologica,
probabilmente il compimento culturalmente più elevato della storia della psichiatria continentale.
Redatto alla fine degli anni '70, poco prima dell'invasione di una psichiatria radicalmente altra, quella
nordamericana, completamente improntata da opzioni empiriste e pragmatiste, il testo le riassume
esaustivamente e criticamente, e il suo tono generalmente antienfatico e un po' disilluso sembra
esprimere la consapevolezza del tramonto di un'epoca, senza però che fosse immaginabile la
devastazione cui sarebbe stata sottoposta la cultura psicopatologica nei due decenni di fine millennio.
Oggi si assiste a un diffuso disagio per le carenze di background culturale di quella psichiatria
d'oltreoceano, utile senz'altro per usi didattici primari e divulgativi… del tutto priva di uno spessore
ermeneutico capace di attingere un significato antropologico dei disturbi psichici, tanto più quanto più
facilmente vengono riconosciuti, ammessi, dichiarati e curati. La fenomenica dei diversi disturbi, oggi
appiattita in una codifica sintomatologia e diagnostica che misconosce la distinzione qualitativa, e
quindi epistemologica, tra psicotico e non psicotico, è ben conosciuta da tutti gli specialisti formatisi
in epoca post-DSM III in assenza di ogni rinvio propriamente fenomenologico e antropologico. Il
rapport di Tatossian, che peraltro fu clinico d'eccellenza e anche sperimentatore in psicofarmacologia,
oltre che umanista curioso e anticonvenzionale, è forse la migliore silloge dei metodi, del linguaggio e
delle acquisizioni della psicopatologia fenomenologia francese e tedesca. A esso ci si può dunque
rivolgere nel tentativo di colmare questa tragica amputazione del sapere psichiatrico che troppo
spesso soggiace al disorientamento cultLa scelta di proporre la traduzione italiana dell'opera più completa e sistematica dello psichiatra
armeno-francese Arthur Tatossian deriva dalla convinzione che esso rappresenti uno dei più chiari e
nello stesso tempo più completi compendi dei classici studi di psicopatologia fenomenologica,
probabilmente il compimento culturalmente più elevato della storia della psichiatria continentale.
Redatto alla fine degli anni '70, poco prima dell'invasione di una psichiatria radicalmente altra, quella
nordamericana, completamente improntata da opzioni empiriste e pragmatiste, il testo le riassume
esaustivamente e criticamente, e il suo tono generalmente antienfatico e un po' disilluso sembra
esprimere la consapevolezza del tramonto di un'epoca, senza però che fosse immaginabile la
devastazione cui sarebbe stata sottoposta la cultura psicopatologica nei due decenni di fine millennio.
Oggi si assiste a un diffuso disagio per le carenze di background culturale di quella psichiatria
d'oltreoceano, utile senz'altro per usi didattici primari e divulgativi… del tutto priva di uno spessore
ermeneutico capace di attingere un significato antropologico dei disturbi psichici, tanto più quanto più
facilmente vengono riconosciuti, ammessi, dichiarati e curati. La fenomenica dei diversi disturbi, oggi
appiattita in una codifica sintomatologia e diagnostica che misconosce la distinzione qualitativa, e
quindi epistemologica, tra psicotico e non psicotico, è ben conosciuta da tutti gli specialisti formatisi
in epoca post-DSM III in assenza di ogni rinvio propriamente fenomenologico e antropologico. Il
rapport di Tatossian, che peraltro fu clinico d'eccellenza e anche sperimentatore in psicofarmacologia,
oltre che umanista curioso e anticonvenzionale, è forse la migliore silloge dei metodi, del linguaggio e
delle acquisizioni della psicopatologia fenomenologia francese e tedesca. A esso ci si può dunque
rivolgere nel tentativo di colmare questa tragica amputazione del sapere psichiatrico che troppo
spesso soggiace al disorientamento cultLa scelta di proporre la traduzione italiana dell'opera più completa e sistematica dello psichiatra
armeno-francese Arthur Tatossian deriva dalla convinzione che esso rappresenti uno dei più chiari e
nello stesso tempo più completi compendi dei classici studi di psicopatologia fenomenologica,
probabilmente il compimento culturalmente più elevato della storia della psichiatria continentale.
Redatto alla fine degli anni '70, poco prima dell'invasione di una psichiatria radicalmente altra, quella
nordamericana, completamente improntata da opzioni empiriste e pragmatiste, il testo le riassume
esaustivamente e criticamente, e il suo tono generalmente antienfatico e un po' disilluso sembra
esprimere la consapevolezza del tramonto di un'epoca, senza però che fosse immaginabile la
devastazione cui sarebbe stata sottoposta la cultura psicopatologica nei due decenni di fine millennio.
Oggi si assiste a un diffuso disagio per le carenze di background culturale di quella psichiatria
d'oltreoceano, utile senz'altro per usi didattici primari e divulgativi… del tutto priva di uno spessore
ermeneutico capace di attingere un significato antropologico dei disturbi psichici, tanto più quanto più
facilmente vengono riconosciuti, ammessi, dichiarati e curati. La fenomenica dei diversi disturbi, oggi
appiattita in una codifica sintomatologia e diagnostica che misconosce la distinzione qualitativa, e
quindi epistemologica, tra psicotico e non psicotico, è ben conosciuta da tutti gli specialisti formatisi
in epoca post-DSM III in assenza di ogni rinvio propriamente fenomenologico e antropologico. Il
rapport di Tatossian, che peraltro fu clinico d'eccellenza e anche sperimentatore in psicofarmacologia,
oltre che umanista curioso e anticonvenzionale, è forse la migliore silloge dei metodi, del linguaggio e
delle acquisizioni della psicopatologia fenomenologia francese e tedesca. A esso ci si può dunque
rivolgere nel tentativo di colmare questa tragica amputazione del sapere psichiatrico che troppo
spesso soggiace al disorientamento cult