THE GAME

Quella che stiamo vivendo non è solo una rivoluzione tecnologica fatta di nuovi oggetti, ma il risultato di un'insurrezione mentale. Chi l'ha innescata - dai pionieri di Internet all'inventore dell'iPhone - non aveva in mente un progetto preciso se non questo, affascinante e selvaggio: rendere impossibile la ripetizione di una tragedia come quella del Novecento. Niente più confini, niente più élite, niente più caste sacerdotali, politiche, intellettuali. Uno dei concetti più cari all'uomo analogico, la verità, diventa improvvisamente sfocato, mobile, instabile. I problemi sono tradotti in partite da vincere in un gioco per adulti-bambini. Perché questo è The Game.

Ma cosa vuol dire precisamente digitale?
Come mai nessuno sa che Internet e Web non sono la stessa cosa?
Il multitasking è una forma di malattia o una mossa geniale?
Com'è possibile che i 5 Stelle siano tendenzialmente protezionisti?
Jobs voleva fare la rivoluzione o fare soldi?
Quali sono i principî della nuova civiltà, quelli che stiamo insegnando ai nostri figli?
Quali sono i principî della nuova civiltà, quelli che i nostri figli ci stanno insegnando?
Quando è accaduto, precisamente, che abbiamo scelto la superficialità al posto della profondità?
E perché?
Ci rendiamo conto che tutti i padri della rivoluzione digitale sono maschi, e spesso ingegneri, e quasi sempre americani, e spessissimo californiani?
Com'è possibile che crediamo a bufale come quelle della post-verità?
Ma si può vivere senza élite?
Perché mezzo mondo, oggi, sta rifiutando la rivoluzione digitale, pur continuando a usarla?
I social sono una droga?
L'intelligenza è una droga?
Cos'è la post-esperienza?
Siamo ancora capaci di pensieri che non siano brevi?
Il Toro riuscirà mai a entrare in Champions?