Gli accostamenti verbali scelti da Erika Di Giulio ci sfidano in un alternarsi non lineare ma stimolante, come se il verso fosse composto da scalini che si alternano in pendenza e in salita, un modo per tenere desta l'attenzione perché la voglia che creano di andare sempre oltre è inarrestabile. La scelta, in alcuni punti, di un verso più lungo sembra invece concedere al lettore quel dolce pianeggiare che serve per riprendere la carica, per sentirsi vivi, attivi, nel processo post-creativo.