Un serpente di giugno di Tsukamoto Shin'ya è un romanzo a sfondo erotico dove il serpente simboleggia il risveglio dei sensi di Rinko, la timida protagonista del romanzo.
Rinko ha una vita di coppia totalmente inappagata e inappagante: con il marito la distanza è incolmabile, egli è più anziano, è ossessivamente fissato con la pulizia, i due dormono e mangiano separatamente.
La protagonista di Un serpente di giugno lavora come consulente di una hot line i cui clienti sono affetti da disturbi psichici.
Un giorno però riceve una busta contenente delle foto i cui Rinko compare in momenti di autoerotismo.
Il misterioso mittente, un fotografo già cliente della hot line, vuole che la donna liberi le proprie fantasie, attraendola verso una spirale sempre più spregiudicata.
Un serpente di giugno diventa così la liberazione e la presa di consapevolezza di una donna che non ha coscienza nè del proprio desiderio nè del proprio corpo.
Come nei migliori romanzi giapponesi però, nulla è ciò che sembra e nello spazio del non detto, nel silenzio del non agito, si muovono numerose azioni.
Quando Rinko cede definitivamente alle richieste del fotografo che la ricatta, scopre di trovare terapeutico quell'autoerotismo.
Nel frattempo Shigehiko, il marito della donna, viene punito per aver mancato di attenzioni verso la moglie.
E infine, quando marito e moglie si scambiano un bacio, prima e ultima forma di contatto fisico, è come se i due davvero trasgredissero per la prima volta.
Un serpente di giugno è un romanzo in cui l'erotismo è tutto contenuto nello straordinario potere immaginifico della mente.
LeggereUn serpente di giugno dà al lettore una dimensione estremamente visiva, sembra di spiare l'azione dal buco di una serratura.
Ciò è possibile grazie alla formazione di Tsukamoto Shin'ya, in realtà regista cinematografico e direttore della fotografia.
Un serpente di giugno è infatti un film del 2002 da cui è stato il romanzo pubblicato ora in Italia da Marsilio.
Recensione di Stefania C.