Una lingua suadente, allusiva, magicamente familiare. Ci si sente chiamati in causa, tirati dentro, calati nella scena, fin da subito. Come in certi sogni, che non si sa perché si è capitati lì, in quel posto, con quelle persone, in quella situazione, ma è la cosa più naturale del mondo partecipare. E si è già coinvolti, molto prima di rendersene conto. Postfazione di Gianfranco Lauretano.