Piranesi di
Susanna Clarke è il nuovo libro dell’autrice inglese che sedici anni fa aveva riscosso grandissimo successo con
Jonathan Strange e il
Signor Norrell.
Sedici anni di silenzio e l’autrice torna alla letteratura fantastica mettendo dentro a
Piranesi un caleidoscopio di citazioni tra tradizione letteraria, fantastica, artistica.
Non è facile spiegare cosa troverete dentro
Piranesi di
Susanna Clarke.
Innanzitutto sottolineiamo come sia un romanzo fantastico, non fantasy (il fantasy è un sottogenere del fantastico, per un approfondimento consigliamo
L’assoluta libertà del fantastico di
Odoya Edizioni).
Piranesi di
Susanna Clarke inizia e si svolge dentro una Casa.
Un palazzo di proporzioni enormi, fatto di Saloni, Vestiboli, Corridoi lunghissimi e chilometrici. Un luogo bizzarro dall’architettura visionaria (forse un tributo alle
Carceri di quell’altro
Piranesi?).
Tra il Palazzo e il Mondo non c’è distinzione, per il protagonista sono un tutt’uno.
Il protagonista si chiama (è stato chiamato)
Piranesi, ed è l’unico esploratore della Casa: esiste anche un Altro, un uomo più anziano, con il quale il protagonista si confronta in un rapporto che ha poco di paritario. L’Altro è una sorta di alchimista che si fa assistere da
Piranesi nella ricerca di una Conoscenza Superiore.
Piranesi di Susanna Clarke non ha coordinate spazio temporali che aiutino il lettore a collocarsi: chi legge si trova sospeso in questo mondo visionario e avverte una forte tensione nel cercare di decifrare chi, cosa, come e dove.
Piranesi di
Susanna Clarke è un romanzo architettonico, nella sua concezione e nella sua stratificazione di significati.
Piranesi osserva la Casa, la vive, ne registra tutto sul suo diario.
Osserva e cataloga le migliaia di statue che affollano i corridoi, porta i tributi ai morti, a chi è passato prima o forse elogia delle divinità, bizzarri Lari domestici di questa Casa.
Non si pone domande, sebbene sia dotato di una grande curiosità e vivacità filosofico-intellettuale.
Gli unici esseri viventi che incontra sono gli uccelli che nidificano negli enormi spazi della casa. Finché un giorno trova decine di frammenti di carta, una lettera strappata che Piranesi cerca di ricomporre.
C’è qualcun altro oltre a lui e all’Altro? Chi è? Perché per l’Altro rappresenta un pericolo e una minaccia alla sanità mentale di
Piranesi?
Il ritrovamento di questa è uno svelamento che rivela un puzzle molto più complesso e che mette in dubbio la realtà in cui
Piranesi si muove.
Opera visionaria e surreale, fantastica nel senso letterariamente filologico del termine,
Piranesi di
Susanna Clarke piacerà ai bibliofili, agli appassionati di quel genere fantastico che mette in moto la materia grigia.
Piranesi di
Susanna Clarke non è un romanzo d’evasione, ma un romanzo di immersione che spalanca l’occhio mentale della lettura, quello di cui parla in
Che cosa vediamo quando leggiamo di
Peter Mendelsund. Ma dentro sono tante le citazioni: dal
Piranesi incisore delle
Carceri al
Lewis delle
Cronache di Narnia, dall’architettura alla scultura senza lasciare da parte i labirinti di
Jorge Luis Borges o il gioco di specchi di
Michael Ende.
Nella costruzione degli scenari visionari ricorda le ambientazioni della
Saga de L’Attraversaspecchi della
Dabos, ma l’atmosfera è ben diversa.
In
Piranesi di
Susanna Clarke bisogna sospendere il pre-giudizio, lasciare da parte il bisogno di collocarsi e lasciare che la storia ci porti nei suoi labirinti.
Recensione di Stefania C.