Femmine destinate alla riproduzione o pezzi di carne? Mucche o vitelle?
“Ci sono molte tipologie femminili e ogni donna deve sforzarsi di non essere vista né come mucca né come vitella. Le donne non devono ricadere in uno stereotipo: le mucche non devono necessariamente seguire la mandria.”
#nonseguirelamandria, trovare la propria identità lontana dai luoghi comuni e dai pregiudizi sociali.
Difficile, soprattutto in un mondo intasato di social network, dove ogni atto è pubblico, sottoposto a giudizio altrui, alla condanna moralista, e alla gogna conformista dei media.
Mucche di Dawn O’Porter è un romanzo sulle donne coraggioso e provocatorio. Non censura nulla dell’universo femminile e lo fa con tre personaggi molto diversi tra loro, uniti da un comune senso di indipendenza dai vincoli della società.
Una mamma single, talentuosa produttrice di documentari, ha fatto una figlia in giovane età, una cosa di una notte. Nessuno capisce la sua scelta di non parlarne a quel ragazzo incontrato al pub, di non imporre una famiglia a uno sconosciuto, di crescere la sua bambina da sola.
Basta un errore, poi, e la rete crea lo scandalo. Una lettera scarlatta 3.0 che nell’era di Internet diventa un’onda senza fine. Milioni di persone che conoscono la sua faccia, e parlano di lei, ludibrio e minacce.
Una blogger, libera da relazioni e audace nel raccontare la sua vita e le sue scelte: più facile gestire le relazioni attraverso il proprio pc che faccia a faccia con gli altri. Il suo ruolo da influencer la porta già a contatto con il mondo, come paladina di emancipazione e lei, Volto delle Donne Senza Figli, sa che al di là dello schermo ci sono fan e ci sono anche haters. La sua vita è pubblica, così pubblica che di privato resta poco. Un tappeto costoso in un appartamento nuovo di zecca, e un test di gravidanza che ribalta ogni verità.
Infine c’è un’assistente personale di uno studio fotografico. È sola, anche lei, orfana di madre e anche della sorella gemella che rappresentava l’altra metà di sé. È dimezzata, e resa fragile dal timore di quel gene BRCA che può colpire anche lei, senza darle il tempo di avere un figlio. La paura del domani inquina il presente, lo spettro della solitudine fa perdere di lucidità, scatena il rancore verso il prossimo e fa pianificare con cinismo quello che sembra impensabile.
Donne in bilico, per le quali trovare la strada giusta non è facile, perché le proprie scelte personali sono argomento di tanti, famiglia, colleghi, amici, utenti. Alla base c’è un sentimento di appartenenza che fa a pugni con il desiderio di affermarsi con la propria identità, che non deve per forza seguire la mandria.
I destini delle tre donne, che non si conoscono, finiranno per incrociarsi, tra sms, tweet e youtube, in un comune confronto che è crescita e consapevolezza di sé, ognuna coi propri sbagli, senza i quali la vita è falsità.
Il romanzo di Dawn O’Porter è onesto e ben fatto, e racconta senza pudore e con molta ironia tutte le luci e le ombre della sessualità femminile. Definirlo femminista vuol dire incasellarlo in un cliché e all’autrice non piacerebbe. Così come non serve a noi lettrici dover a tutti i costi analizzare e giudicare le protagoniste, “donne che corrono coi lupi” anche su Twitter.
Da leggere senza preconcetti.
Recensione di Francesca Cingoli