Perché accadono i disastri? Quanti ne sono già successi nella storia del nostro Paese? Frane, alluvioni, terremoti, eruzioni hanno segnato e continuano a segnare fortemente l'economia e la società. Aumentano gli eventi estremi o cresce la vulnerabilità del sistema? Quando le due culture, quella scientifica e quella storico-umanistica, si interrogano, emergono non solo i numeri inquietanti dei disastri nel lungo periodo e le loro cause, ma anche riflessioni nuove sulla nostra capacità di interpretare l'accaduto, in un bilancio storico e scientifico inconsueto, che ha per oggetto il futuro. Conosciamo 4.800 ricostruzioni post-sismiche dal medioevo a oggi. Solo negli ultimi 150 anni abbiamo subìto un disastro sismico in media ogni 4-5 anni, con 150.000 morti, un numero imprecisato di feriti, migliaia di senzatetto. E nello stesso periodo oltre 2.800 frane hanno causato 6.000 vittime, erodendo paesi o spingendo gli abitanti ad abbandonarli; un numero impressionante di alluvioni ha colpito il nord e il sud del Paese. Sono i numeri di un problema non risolto. Il costo medio annuo dei disastri supera i 5,5 miliardi di euro. Il rischio cresce, ma aumenta la prevedibilità degli impatti: è un nuovo quadro che non concede alibi né a decisori e amministratori, né soprattutto alla coscienza civile.