19/04/2012
Di jeankrauts
5 stelle su 5
"Yes, week-end!": ecco come secondo la Cosmi possiamo liberalizzarci dalla crisi
Jonathan Livingston. Benedetta Cosmi è come quel gabbiano di Richard Bach: vuole scoprire, conoscere, e dire la sua, anche a dispetto degli Anziani dello stormo.
A modo suo, anche correndo il rischio di essere poco comprensibile, perché leggere un suo libro richiede un certo impegno intellettuale e una certa sensibilità all'innovazione.
Già in "Non siamo figli controfigure" (Sovera, 2010) ho potuto constatare quanto la mia capacità di lettura e interpretazione sia decisamente - e che la Crusca mi passi il neologismo - tartarughesca in confronto al suo esplosivo stream of consciousness: sembra quasi di essere travolti dal gettito di una diga piena di esperienze maturate in Italia e all'estero, sia come studente universitaria che come professionista.
"Liberalizzaci dal male" (Rubettino, 2012) non è da meno in quanto a stile e argomenti trattati.
Con un ritmo di scrittura che spingerebbe chiunque a rimboccarsi le maniche, e ampliando le tesi del libro edito due anni prima, la Cosmi illustra in 71 pagine le cause che hanno portato Italia e Grecia ad uno spread prima culturale e poi finanziario con la locomotiva tedesca.
Si parte in primo luogo dalla carenza di opportunità culturali per i giovani, causata da biblioteche e molti musei aperti - se tutto va bene - fino all'ora di cena, e chiusi durante i festivi.
Perché partire dalla cultura?
La risposta sta in un aforisma della Cosmi: "il futuro passa dall'innovazione del processo e dalla valorizzazione della tradizione".
Affermazione sacrosanta per una nazione come quella italiana ricca da una parte di monumenti, storia e tradizione, dall'altra di potenziale creativo.
Pane al pane e vino al vino: l'Italia potrebbe beneficiare immensamente di un turismo ben gestito, ma per fare questo occorre liberalizzare! A partire proprio dagli orari di apertura delle attività culturali e commerciali, oramai obsoleti per un