30/07/2011
Di dereg
4 stelle su 5
Che la pubblicità sia l’anima del commercio è ormai cosa risaputa. Ma quanto conta nella riuscita di un prodotto o di un qualsivoglia servizio e, soprattutto, nel prolungamento del loro ciclo di vita, saperli proporre al vasto pubblico dei consumatori attraverso un linguaggio convincente? Questo libro vuol rispondere a tale domanda evidenziando le furberie o alzate d’ingegno che dir si voglia a cui il copywriter deve ricorrere per venir incontro all’imperativo categorico dei suoi datori di lavoro: vendere. L’autore tende a disarcionare dal loro romanticismo coloro i quali pensano che la figura del copywriter sia quella di un artista che aspira all’immortalità delle sue opere: più che un solista che recita monologhi criptici e alieni dai ritmi della quotidianità, è un professionista che fa gioco di squadra, suo malgrado (il narcisismo non è solo prerogativa dei poeti!), con l’art director, in modo tale che ad esempio, titolo e immagine siano tutt’uno nel raccontare “in modo chiaro e immediato” la storia dalla quale emergerà il messaggio che si vuole trasmettere. Tutto ciò deve avvenire in modo convincente. La formula magica fa si che la creatività si dipani da un’idea , sia resa viva da un linguaggio scritto e figurato quanto più possibile comprensibile e, talvolta, abbia come testimonial un personaggio famoso la cui interpretazione rispetti e valorizzi il prodotto per cui la storia è nata. Ma anche i fumetti secondo l’autore possono essere un’arma efficace per pubblicizzare un prodotto, soprattutto tenendo conto dell’analfabetismo più o meno strisciante (e di ritorno è lecito aggiungere) che attraversa il popolo dei consumatori e che impedisce chi ne è colpito di leggere e capire ciò che si vuole trasmettere su carta. Ci sono poi i “crimini” che l’autore si augura non vengano commessi più dopo aver letto il suo libro: l’assenza del prezzo e l’omissione di dove si può comprarlo condanna il prodotto all’anonimato, mentre non saremmo così drastici come invece Crompton