Brossura, illustrato. Sono ormai passati quasi 30 anni da quando è stata esposta in Italia una rappresentativa raccolta dell’arte dell’età d’oro della pittura danese. Ci riferiamo all’esposizione Pittori danesi a Roma nell’Ottocento a Palazzo Braschi, allestita in occasione della visita ufficiale in Italia di Sua Maestà la Regina di Danimarca Margrethe II e di Sua Altezza Reale il Principe Consorte; mostra che fu realizzata sotto l’alto patrocinio della Sovrana stessa e di S. E. il Sen.Giovanni Leone, allora Presidente della Repubblica Italiana. L’esposizione durò poco più di un mese, dal 9 novembre all’11 dicembre 1977. Dipinti appartenenti al Museo di Belle Arti di Copenaghen, ad istituzioni pubbliche e a collezioni private furono presentati nel museo civico romano. Nel frattempo queste opere hanno ottenuto una rinascita dovuta a nuovi studi e ricerche ed hanno raggiunto un riconoscimento sul piano internazionale grazie ad alcune mostre tenutesi a Parigi (1965 e 1984-85), a Londra (1984), a Los Angeles e New York (1994), ad Ottawa (1999-2000) e ad Amburgo (2000). Riteniamo giusto che questi quadri ritornino, per una nuova esposizione, nel Paese e nella città che ospitò i giovani artisti danesi - quando il viaggio in Italia era de rigeur - e che fu per loro fonte d’ispirazione e di incitamento.
Sulla simbiosi tra il passato e il presente, vorrei aprire una piccola parentesi su un particolare che tengo a sottolineare in questa occasione: la residenza preferita per il soggiorno romano dei genitori della nostra sovrana, re Frederik IX e la sua consorte la regina Ingrid, era l’Hotel Hassler nella Piazza di Trinità dei Monti. Oltre cento anni fa, gli artisti dell’età d’oro danese attraversavano più volte al giorno quella piazza, giungendo dal quartiere intorno a piazza Barberini, via di S. Isidoro, via Sistina ecc. per recarsi a consumare i loro pasti all’Osteria la Lepre o al Caffé Greco.
Anche in questa occasione abbiamo ricevuto in prestito le opere dalle collezioni pubbliche. Tra i tesori del nostro patrimonio nazionale abbiamo dovuto operare una cernita, rispettando i limiti definiti dall’ambito tematico, come ben si presta a questo tipo di presentazioni. Ci siamo mossi su due strade: una che ci porta nel cuore di Roma, cioè i prospetti e le vedute dei luoghi più famosi, un’altra che ci porta verso la campagna e le montagne nei suoi dintorni. Uscendo dal Complesso del Vittoriano, dove la mostra è allestita, ci si trova circondati non soltanto dalle vestigia dell’Antichità, ma anche dagli edifici del Medioevo, del Rinascimento e del Barocco. Questo era l’ambiente che attirava i pittori. Meta preferita durante l’estate erano invece le montagne fuori Roma, dove il caldo era meno opprimente e la popolazione locale ancora più ospitale.