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In un'era di crescente anti-intellettualismo, i saggi di Judt ci ricordano che cosa guadagniamo quando manteniamo standard etici e intellettuali alti, e che cosa perdiamo quando li lasciamo scivolare via. Mark Mazower, “Financial Times”
«Quando i fatti cambiano, io cambio opinione. Lei cosa fa?»: questa frase, attribuita a John Maynard Keynes, è posta in esergo a questo libro. Scelta emblematica. In un'epoca che ha visto la progressiva erosione del giornalismo basato sui fatti e ha risentito della mancanza di intellettuali pubblici indipendenti, Judt decise di svolgere un ruolo raro e prezioso, mettendo insieme storia e attualità, Europa e America, e raccontando il mondo com'era un tempo e com'è oggi. La storica Jennifer Homans, vedova di Tony Judt, in questo libro ha raccolto i suoi articoli più importanti scritti negli ultimi quindici anni della sua vita. La voce di Judt nella sfera pubblica amplifica le sue ricerche storiche: l'idea e la realtà dell'Europa; Israele, l'Olocausto e gli ebrei; la superpotenza americana e il mondo dopo l'11 settembre; l'inclusione e la giustizia sociale nel nostro tempo di crescenti disuguaglianze. Tony Judt era convinto che il suo vero compito non fosse dire ciò che qualcosa non è bensì ciò che è: raccontare una storia convincente e ben scritta sulla base dei dati disponibili e farlo tenendo presente ciò che è giusto. Per Judt questo non era solo il suo dovere di storico, ma una responsabilità morale. Quando i fatti (ci) cambiano è una testimonianza della sua eredità.
Tony Judt è stato il più influente intellettuale americano. Ha insegnato a Cambridge, Oxford, Berkeley e alla New York University, dove ha diretto l'Istituto Remarque, fondato nel 1995 e dedicato allo studio dell'Europa. Autore e curatore di un gran numero di libri, è stato collaboratore abituale della "New York Review of Books" e del "New York Times". Il suo Postwar. A History of Europe Since 1945 (edito in Italia da Mondadori), premio Council on Foreign Relations Arthur Ross, è stato considerato uno dei dieci migliori libri del 2005 dalla "New York Times Book Review's". Nel 2007 Tony Judt ha ricevuto il premio Hannah Arendt e nel 2009 ha vinto il premio Orwell.
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