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La rivoluzione legata alla diffusione sempre più ampia delle tecnologie informatiche ha assunto i caratteri di una svolta epocale. E in questo volume il lettore non troverà una critica o una condanna della tecnica alla maniera di Heidegger e dei vari «pastori dell’Essere» che sulla sua linea si sono succeduti. Anzi, nella visione dell’autore, l’informatica offre una grande occasione all’umanità di entrare in una comunicazione generalizzata con se stessa, nel segno di un’integrazione possibile dell’intero genere umano.
Ciò però a patto che la rivoluzione digitale sia accompagnata da una radicalizzazione dell’umanesimo, da una nuova antropologia che, in dialogo con una nuova tecnologia, metta a tema la costituzione di una «mente emozionale e materiale», capace di stringere insieme valore biologico-affettivo e valore logico-conoscitivo. Attraverso alcuni percorsi classici della filosofia (Spinoza, Kant, Hegel), mediante un recupero della psicoanalisi freudiana – al di fuori della recente volgarizzazione italiana di Lacan – e coniugando il discorso marxiano intorno alla tecnologia con un’analisi anti-heideggeriana della techne nella Grecia antica, il libro propone una propria via di uscita dall’impasse del tempo presente.
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