«La nostra speranza è che questo libro possa trasformarsi in un mezzo utile e gradito per incontrare vecchi e nuovi amici. Quando siamo in giro a suonare ce la mettiamo tutta per salutare quanti più Beatlesomani possibile, ma non abbiamo quasi mai il tempo di poter chiacchierare con i nostri ammiratori come invece vorremmo. Pensate: ogni giorno trascorriamo qualcosa come ventisei ore lavorando, viaggiando e mangiando, il che lascia meno di due ore anche solo per schiacciare un pisolino! Battute a parte, vorremmo esprimere la nostra gratitudine per tutti quelli che hanno lavorato alla realizzazione di “Meet The Beatles”. Le pagine che state per leggere sono piene zeppe di storie e immagini che, più o meno, raccontano i momenti fondamentali MUSICA delle nostre esistenze, singole e di gruppo, da prima di Love Me Do fino a ieri. Una delle domande che più spesso ci viene rivolta è la vecchia storia tirata in ballo dai giornalisti: “Il successo vi ha cambiati?”. La risposta, semplicissima, è che NON ci ha cambiati affatto! Abbiamo la possibilità di vedere paesi e città che mai avremmo potuto visitare se i nostri dischi non avessero venduto così bene. Abbiamo tanti nuovi amici nel mondo dello spettacolo, personaggi ai quali non avremmo mai neanche pensato di poter rivolgere la parola prima del 1963. Il vedere che ogni tuo disco appena uscito scala la vetta delle classifiche di vendita regala sempre una favolosa sensazione, come quando, ai nostri concerti, il pubblico ci riserva un’accoglienza caldissima. In più, abbiamo molti più soldi da spendere in vestiti e strumentazione. Tutto questo, però, non ci ha cambiati, umanamente. Si può vivere più velocemente, senza che la tua personalità ne esca modificata. Il nostro principale obiettivo, per quanto riguarda l’ambito professionale, resta sempre quello di dare il massimo ogni volta che suoniamo, davanti a cento come a diecimila spettatori. Siamo sempre gli stessi ragazzi mattacchioni, felici e bellocci (l’ultima parte della frase l’ha scritta Ringo: non gli restituiremo le sue bacchette finché non l’avrà cancellata). È la gente intorno a noi che è cambiata».