06/06/2009
Di umoneta
4 stelle su 5
Nel campo degli studi sullo sciamanismo, questo lavoro di Mircea Eliade ha rappresentato la prima opera comprensiva sull'argomento. In questo testo, il grande studioso delle religioni comparate ha raccolto e confrontato gran parte del materiale etnografico disponibile nella prima metà del Novecento. Pubblicato originariamente in francese nel 1951, poi riveduto e ampliato per l'edizione inglese del 1964, Lo sciamanismo e le tecniche dell'estasi rimane tuttora il fondamento degli studi teorici sullo sciamanismo. Uno dei suoi meriti maggiori consiste nell'aver portato ad una interpretazione più oggettiva e ad una rivalutazione di questo fenomeno, definendone in modo chiaro ed univoco le caratteristiche distintive. Secondo l'interpretazione di Eliade, lo sciamano è colui che compie dei viaggi in altri mondi in uno stato alterato di coscienza ("estasi"). Il viaggio è la tecnica sciamanica fondamentale per entrare in contatto con il mondo degli spiriti e ottenere, con questa comunicazione, conoscenze e poteri terapeutici. La definizione data da Eliade di "tecnica dell'estasi" mette in luce il carattere intenzionale, consapevole e disciplinato del viaggio sciamanico.
I vari capitoli descrivono la cosmologia dello sciamano, le forme dell'iniziazione, l'acquisizione dei poteri magici e le varie sfere del lavoro sciamanico (guarigione, divinazione, accompagnamento delle anime nell'aldilà, ecc.). Questi elementi sono analizzati sia nei loro aspetti più generali e astratti, sia nelle loro manifestazioni concrete prendendo in esame tutte le società, antiche e contemporanee, in cui queste pratiche sono state documentate. Per la sua complessità, il livello di elaborazione teorica e la ricchezza dei dati etnografici, l'opera di Eliade è un testo indispensabile per chiunque voglia condurre delle ricerche approfondite sull'argomento.