Il volume indaga le immagini dell'arte del presente e le sue trasformazioni.
A partire dai miti, dagli dei, dai santi, dai supereroi, dagli eroi in genere, e dalle eroine intese come droghe (come sostanze allucinogene), ma anche droghe politiche, sociali e culturali, la mostra vuole mettere in scena le opere di dodici artisti che da tempo indagano questi "campi" iconografici e al contempo ragionare sulla "realtà" dei simulacri nell'arte del presente.
Opere di grandi nomi come Jan Fabre e Pierre Klossowski, ma anche di giovani artisti già affermati come Mary Sue, in dialogo con artisti italiani di alto profilo.
Il tema non a caso riprende una tematica forte nella ricerca teorica di pensatori francesi del Novecento come Gilles Deleuze o Jean Baudrillard.
Nella società dell'immagine globalizzata, nel momento della digitalizzazione di massa e della riproducibilità infinita, il tema della simulazione e del simulacro è di grande interesse etico, politico e culturale. Rileggendo la storia dell'arte negli ultimi tempi, possiamo chiederci con Regis Debray (Vie et mort de l'image.
Une histoire du regard en Occident) se l'era dell'immagine non sia stata una parentesi tra il tempo dei "feticci" e il tempo del "tutto visuale" odierno.
Entrando nella "videosfera", con il passaggio dal cinema alla televisione e adesso all'era digitale, forse assistiamo alla fine della "società dello spettacolo" già profetizzata.
Gli artisti Maura Banfo Roxy in the Box Jan Fabre Pierre Klossowski Oleg Kulik Paolo Leonardo Andrea Massaioli Francesco Sena Anne Schneider Diego Scroppo Mary Sue Hung Tung-Lu