home libri books Fumetti ebook dvd top ten sconti 0 Carrello


Torna Indietro

doshi avni - zucchero bruciato

ZUCCHERO BRUCIATO




Disponibilità: Normalmente disponibile in 5 giorni


PREZZO
19,00 €
NICEPRICE
18,05 €
SCONTO
5%



SPEDIZIONE GRATIS
con corriere veloce per acquisti oltre 29,00 €.


Pagabile anche con Carta della cultura giovani e del merito, 18App Bonus Cultura e Carta del Docente


Facebook Twitter Aggiungi commento


Dettagli

Genere:Libro
Lingua: Italiano
Editore:

Nord

Pubblicazione: 05/2022





Trama

Tara è sempre stata una ribelle, contro tutto e tutti. Costretta a un matrimonio di convenienza, è scappata di casa, si è presa diversi amanti, ha vissuto a lungo insieme con un guru e si è persino ridotta a fare la mendicante. In tutto ciò, sua figlia Antara, per lei, è sempre stata un peso, una valigia da portarsi appresso e poco più. Però il tempo della ribellione di Tara adesso è finito; ha quasi sessant'anni e l'Alzheimer la sta consumando, a poco a poco ma inesorabilmente: lascia il fornello acceso per tutta la notte, dimentica le incombenze quotidiane, si ostina a telefonare ad amici morti da tempo. E non ricorda più i piccoli e grandi gesti crudeli nei confronti della figlia, che sono invece marchiati a fuoco nella memoria di Antara. Eppure, nonostante tutto, Antara si sente in dovere di occuparsi di quella madre che non si è mai presa cura di lei. E così, mentre la convivenza forzata la induce a ripercorrere le pagine più dolorose del suo passato, cerca di sbrogliare la matassa di tradimenti, riconciliazioni e rotture, e di sciogliere una volta per tutte il nodo di quel legame che ha forgiato il suo cammino, ma che adesso rischia di soffocarla. Con una prosa lucida e affilata come la lama di un rasoio, Avni Doshi scava tra le pieghe di quel rapporto unico che lega una madre e una figlia, mettendone in luce la complessità e le contraddizioni, ma anche tutta la forza e l'amore che lo contraddistingue.




Recensione Libraio

«Oggi ho litigato con Ma.»

«Per cosa?»

«Il nostro solito litigio.»

«Voi due sapete sempre cosa dire per farvi arrabbiare.»

L’amore, nonostante.

Il romanzo d’esordio di Avni Doshi, Zucchero bruciato, è ambientato a Pune, nell’India Occidentale e parla dell’amore, difficile e viscerale, tra una madre e una figlia, facendo protagonista la storia di uno dei rapporti umani più controversi e indissolubili.

Quando a Ma viene diagnosticato l’Alzheimer, la figlia Antara decide di prendersene cura: è una scelta combattuta, prendersi cura di una madre che non si è mai occupata di lei. Ma è stata una madre carente, quando non completamente assente: una donna concentrata su se stessa, con un’indipendenza che si fatica a distinguere dal puro egoismo, una ribelle che ha ignorato la figlia fin dall’infanzia. Scappata sempre dalle sue responsabilità, ha vissuto senza essere conscia delle ripercussioni delle sue scelte, e adesso, con la malattia che le mangia frammenti di memoria, ha perso il ricordo delle sue mancanze.

Antara è cresciuta in un Ashram, all’ombra del guro Baba di cui Ma si era invaghita, ritrovandosi in una dipendenza psicologica e sessuale che l’aveva resa cieca ai bisogni della figlia. Bambina ignorata, affamata, di cibo e di affetto, Antara è diventata una donna disorientata, con il costante e assillante bisogno di saziarsi, per riempire i vuoti dentro di sé.

“Quando ripenso a quei giorni mi chiedo se mi abbia mai visto come una bambina da proteggere. O mi ha sempre visto come una rivale, o peggio, una nemica?”

Sposata e benestante, Antara non abbandona i suoi tormenti e i suoi risentimenti, che si sono costruiti e calcificati negli anni: è nell’arte che trova una sua vita di consapevolezza, un’arte che è ripetitiva, ossessiva, più un percorso catartico che creativo.

Accogliendo la madre malata, che perde la memoria del suo passato e delle sue colpe, Antara compie un gesto di amore, nonostante. Nonostante gli errori, il rancore, i sospetti. Perché il rapporto tra una madre e una figlia ha i suoi spazi incomprensibili, le luci e ombre che lasciano fuori il mondo, che non può capire.

Le conversazioni tra le due donne sono itinerari che portano costantemente a vicoli ciechi dai quali è impossibile scappare. 

Zucchero bruciato è una storia fatta di tanti segreti, e immensi silenzi, di incomunicabilità e di memoria, insieme. Perché mentre Ma perde i pezzi, senza però scordarsi come provocare o umiliare la figlia, Antara li recupera, con il bisogno di riscrivere nella sua testa la sua verità, per tutte e due. 

Non c’è solo quel viso che lei riproduce in continuazione, un ritratto da una foto riemersa come monito delle sue colpe, l’arte come strumento di memoria, ma ci sono tanti foglietti che lei semina in casa, flash sul passato, immagini che aiutino la madre a ricomporre il mosaico. Ci sono sogni, e ci sono ricordi, che aprono nella narrazione squarci dolorosi, disturbanti e crudeli.

Così se la demenza sta progressivamente cancellando dalla mente di Ma il senso delle ingiustizie commesse, in quella di Antara c’è un processo di recupero che lavora sulla sua realtà di donna, per sempre figlia, e di futura madre. È questo ruolo che si carica di tutte le paure per i possibili errori, per una responsabilità che non può contare sull’esempio per indicare la strada. Ma anche la paura più inconfessabile: che, insieme al ricordo, la memoria cancelli anche la stessa idea di sua madre, odiosa da sempre, ma indissolubile dal bisogno che Antara ha di lei.

In questo legame tra risentimento e accudimento si sviluppa la storia di Ma e Antara, madre e figlia, complici e antagoniste, che si riconoscono simili.

È trovandosi di fronte a un immaginario foglio bianco su cui riscrivere la propria storia, immacolato come le vesti di sua madre, che Antara capisce che non esiste certezza perenne, che la vita è ridisegnare costantemente i propri confini, che ci dissolviamo nelle nostre stesse domande, e che in fondo, a quella madre così mancante lei vuole bene, da morire, con un senso di rimpianto continuo e insaziabile, che è la precarietà dell’amore.

Finalista al Booker Prize, Zucchero bruciato è una prova di intelligenza, sensibilità e durezza, che non risparmia nulla giocando una partita lacerante tra presente e passato, con un incipit folgorante “Mentirei se dicessi di non aver mai gioito dell’infelicità di mia madre”.

Avni Doshi è una scrittrice esordiente, ma è anche una studiosa d’arte e scrive con la sapienza delle sfumature, con una penna di grande eleganza e efficacia.

Ci sono rapporti che, per quanto difficili e inquinati dagli errori, sono così fortemente aggrappati all’animo da non ammettere armistizi, da non riuscire ad accogliere parole che possano essere un ponte, o che possano lenire il dolore: ma sono rapporti dai quali è impossibile liberarsi, perché sono intrisi del bisogno di essere amati. Nonostante.

“Ancora adesso che non sto con lei, che non voglio stare con lei, che so che la sua presenza è per me fonte d’infelicità, torna a invadermi quella mancanza, quella nostalgia per il suo cotone morbido sfilacciato agli orli.”

Francesca Cingoli



Recensione di Francesca Cingoli









Altre Informazioni

ISBN:

9788842933861

Condizione: Nuovo
Collana: NARRATIVA NORD
Formato: Brossura
Pagine Arabe: 380
Traduttore: Martucci F.


Dicono di noi