Yoga di Emmanuel Carrère è il nuovo atteso romanzo dell’autore francese già conosciuto per La settimana bianca, L’avversario e Vite che non sono la mia.
Carrère è uno degli autori più influenti degli ultimi anni e con Yoga racconta l’esperienza della sua depressione, durata quattro anni, e che ha incluso anche un ricovero di qualche mese in ospedale psichiatrico.
Yoga di Emmanuel Carrère appartiene al quel genere letterario che mescola memoir ad autofiction, cioè un tipo di letteratura largamente autobiografica.
Carrère è uno di quegli autori che parlano di sé ma che facendolo in rapporto al mondo circostante e alla contemporaneità, finiscono per parlare anche dell’individuo nel contesto attuale.
Quindi Yoga di Emmanuel Carrère è un libro sulla yoga e sulla depressione, sulla meditazione e sul terrorismo, sulla necessità dell’individuo di trovare un’integrità non solo nel mondo di oggi ma in particolare quando questa è minacciata da un disturbo psichiatrico.
In Francia Yoga di Emmanuel Carrère ha già suscitato delle polemiche legate alla violazione della privacy dell’ex moglie dell’autore, ma promette di essere anche da noi un libro dibattuto, come dal resto lo sono tuti quei libri che parlano delle fragilità, spesso ritenute scomode ai più, dell’individuo.
Il dibattito che investe Yoga di Emmanuel Carrère è legato anche al ruolo dell’arte, e in questo caso della scrittura, come cura di sé. Qual è il limite che rende l’autobiografia una cura o un’espressione del narcisismo?
Yoga di Emmanuel Carrère è un libro che getta domande, non sempre dà risposte e come tutta la letteratura denotata da uno stile, genera rotture, separazioni, provocazioni.
Recensione di Stefania C.