UN'IDEA DI FELICITA'

Abbiamo bisogno di un'idea di felicità? A quanto pare sì, stando a ciò che dicono due autori lontani nella loro provenienza geografica e culturale, ma molto vicini nel momento in cui si tratta di rivendicare la possibilità - il diritto, sarebbe più corretto affermare - di essere felici. Laddove per felicità si intende, una volta per tutte, lo spazio per svincolarsi dai luoghi comuni, da quello che un certo tipo di pensiero (purtroppo promosso, incentivato da una logica di potere che trova nell'individuo un territorio da colonizzare) vorrebbe come orizzonte di realizzazione per ognuno. L'essere felici, suggeriscono i due autori, non è dato dall'adesione ad un modello, bensì alla capacità di trovare - attraverso percorsi diversi ed ogni giorno da reinventare - la strada che conduce ogni essere umano al proprio equilibrio di benessere.

La felicità è ancora di questo mondo? In un'epoca frettolosa e spesso cupa, dai ritmi di vita e di lavoro innaturali, dov'è finito il tempo per la vita, per la persona, per la condivisione? C'è ancora, è la risposta di Luis Sepùlveda e Carlo Petrini, purché sappiamo trovarlo, rubando ai nostri giorni frenetici lo spazio per far germogliare un seme, per scambiarci un aneddoto spezzando il pane, o per fare la nostra parte nella battaglia per un mondo più sostenibile e generoso. Dall'Amazzonia al cuore dell'Africa, dall'esperienza amara dell'esilio all'abbraccio collettivo di Terra Madre, ricordi e pensieri di due autori d'eccezione si intrecciano in una conversazione che attraversa attualità e letteratura, gastronomia e politica, difesa della natura e della tradizione. Tra incontri e racconti, storie di grandi leader e di piccoli eroi del quotidiano, Petrini e Sepùlveda ci guidano alla ricerca di quel diritto al piacere che è oggi il più rivoluzionario, democratico, umano degli obiettivi. Con la lentezza e la saggezza della lumaca, però. Perché anche noi possiamo smettere di correre verso una destinazione ignota, e ricominciare pienamente a esistere.