“Più cercavo di capire cosa fosse successo, più leggevo documenti, stralci di intercettazioni, l’avviso di garanzia, le lettere dal carcere, e più numerose erano le domande rispetto alle risposte.”
Giovanni Moretto, il padre dell’autore, viene arrestato dalla guardia di finanza di Milano l’11 giugno 1994 per il reato di ricettazione a seguito della detenzione e occultamento di fondi derivanti da un’attività criminale denominata c.i.f.a.g.
L’arresto segue una lenta perquisizione nell’appartamento di fronte a tutta la famiglia riunita e collaborativa, le mani degli ufficiali a frugare nei cassetti, tra la biancheria, tra i ricordi.
Lorenzo è un ventenne che sta seguendo gli allenamenti della nazionale di calcio, ci sono i mondiali negli Stati Uniti. Inizia un periodo di visite a San Vittore, viaggi da Monfalcone a Milano, il panino in autogriil, le attese, le lacrime del padre detenuto, i suoi racconti: la quotidianità della cella, con la settimana enigmistica e la pasta al tonno, per giorni, settimane, mesi tutti uguali.
Lorenzo Moretto indaga la sofferenza del padre, in quella Tangentopoli che ha diviso il paese in guardie e ladri, e insieme definisce il senso dell’innocenza e della colpevolezza che si insinuano nella normalità, di un bambino che ruba i giochi nel negozio vicino a casa, della Juve retrocessa qualche anno dopo, conflitti e interessi a tradire il senso dello sport, un lavoro che gioca sull’analisi del rischio e che viene anch’esso giudicato “fai l’assicuratore, sei ladro anche tu”. Una volta ladro, sempre ladro, perché le etichette aiutano.
Dai mondiali del 1994, con il rigore calciato troppo alto da Baggio, a quelli del 2006, con il rosso di Zidane, e Materazzi che si rotola a terra, una vittoria forse furba, senz’altro discussa: certo il calcio sintetizza una vita fatta di dualismi, chi è pro e chi è contro, chi sta con gli arbitri e chi no, chi sta coi giudici e chi no, chi vede in Calciopoli una crociata per l’onestà, e chi un fronte per ridefinire i poteri. E’ un’Italia che si schiera, prima di ogni prova, prima di ogni processo.
In mezzo c’è la vita della famiglia Moretto, gli atti da leggere, i documenti, il padre scarcerato , i completi belli da comprare per un lavoro che non si ama , ma che porta lontano da Monfalcone e dagli sguardi pieni di sentenze, a Milano, la città dove fissare la gente in faccia, perché non bisogna mai abbassare lo sguardo. Una carriera fatta di continue dimissioni e cambi di lavoro, per guadagnare di più, per andare avanti, per avere qualcosa da raccontare a casa, per proteggersi.
“avevo ridimensionato la sofferenza per mio padre fino a strapparla dal mio corpo e usarla come uno scudo dietro cui nascondermi”
Il libro di Lorenzo Moretto Una volta ladro, sempre ladro è un documento tormentato che restituisce concretezza a una delle tante storie di Tangentopoli, ed è insieme il quadro di una società che si è trovata ad abbandonare il senso della propria consuetudine, scoprendosi divisa in fazioni e, soprattutto, assuefatta agli scandali e alla corruzione.
Recensione di Francesca Cingoli