L'autore ripercorre i suoi sessant'anni di caccia accompagnato dai suoi venti cani. I cuccioli vengono scelti tra le genealogie più prestigiose. Addestrati, gli fanno vivere la parte più importante delle sue esperienze di cacciatore con soddisfazioni immense. Questi eroi che lavorano per una carezza dimostrano più bontà, affetto e dedizione che a volte mancano nell'animo umano. La necessità di saper colpire la selvaggina lo obbliga a frequentare i campi di tiro a volo. Il piattello entra nel suo DNA e inizia dalle gare "di paese" fino ad arrivare, dopo diversi anni, a quelle nazionali. Questa attività dura per 54 anni. La passione per il tiro allo skeet lo porta in giro per l'Italia. Un infortunio alla spalla sinistra, refrattario alle cure, lo obbliga ritirarsi. Ormai anziano, gli restano ancora i suoi scarponi e fortunatamente i ricordi dei suoi venti cani e i milioni di passi fatti durante le battute di caccia vissute e descritte nel libro.
