"Ti cerco oltre, titolo di questa opera, è sia nel nome che nella sostanza, la sintesi perfetta ed evocativa nella quale idealmente ricomprendere il fuggevole orizzonte della vita. Non che di esso ci sia dato afferrarne mai la pienezza, una identità compiuta e finita, ma quanto meno di suscitare una rievocazione dei suoi più ricorrenti ed enigmatici tratti. L'idea cioè di un altro luogo di là da noi, fuori dal perimetro del contingente e poi quella di una ricerca inesauribile delle cose. In questo vi è una certa visione che io qui ben riconosco e non oso a definire tipicamente agostiniana: è perché è nascosto che lo cerchiamo, è perché è misterioso che è introvabile. La ricerca, in questo sguardo d'oltre mondo, ci riporta a un luogo d'esercizio che al pari è anche sempre compresente e partecipato, nel grembo gestante delle ore. La dimensione mistica della conoscenza come luogo segreto e di custodia del sapienziale, e poi quella rivelativa epifanica, come un buon vento, una nova venuta, le copiose messi della Provvidenza. È proprio come dice René Char: il futuro è la cosa che accade più raramente". (Mattia Leombruno)