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“Non ero brava quasi in niente, ma ero brava con gli uomini e Julian era l'uomo più ricco con cui sia mai stata brava.”
Ava è molto giovane quando dalla sua Irlanda approda in una affollata e caotica Hong Kong. Ha dato fondo ai suoi risparmi, ha trovato un’indecente sistemazione insieme ad altre ragazze in un appartamentino, e un lavoro appena sufficiente a pagare l’affitto, come insegnante di inglese in una scuola di bambini ricchi.
Ava è cinica, solitaria, bizzarra e spontaneamente femminista, ma quando incontra Julian, che è un giovane banchiere pieno di fascino e di soldi, si lega a lui in un’amicizia calcolata e sostanzialmente accettabile.
Ava si trasferisce nel suo appartamento, perfetto e elegante, ospite senza particolari impegni. Julian è indaffarato col lavoro e le conversazioni serali con Ava sono l’unica distrazione che si concede. Anche il sesso tra i due è senza coinvolgimenti, e il connubio sembra essere qualcosa di molto razionale, pur squilibrato nel suo essere un rapporto dominato dal potere, dei soldi e del maschilismo. Quello tra Julian e Ava è una convivenza leggera basata più sulla distanza che sulla vicinanza, dove le parole sono soppesate e si usa l’avverbio “piuttosto” come parametro dei sentimenti.
“Era davvero divertente che facessimo sesso. Lui era attraente e sicuro di sé, mentre io ero disposta a centrare la mia vita emotiva attorno a qualcuno che mi trattava come la sua poltrona preferita, eppure eravamo li, a scopare. Che buffe le scelte che facciamo.”
Mentre Ava insegna ai bambini le regole di una lingua che lei stessa sembra non padroneggiare bene, nel suo mondo adulto la ricerca di un linguaggio del rapporto rivela una incapacità, o non volontà, di comunicare. Si tralasciano racconti della propria vita, si sceglie di non condividere tutto, si decide di non dare parole alle emozioni, si evita di etichettare rapporti e umori. Si usa il telefono come mezzo per tramutare i dialoghi in silenzi, in messaggi scritti e cancellati, e le relazioni diventano dialoghi in bozza mai inviati o spediti per sbaglio.
In questo mondo di omissioni e non detti, dove la lingua è status, Hong Kong diventa una metafora efficace di un mondo frettoloso e indifferente, dove ognuno parla la sua lingua, e si fatica a connettersi con gli altri, a tradurre la propria vita.
Quando Julian parte per lavoro, Ava incontra Edith, avvocato in carriera, la cui eleganza delicata è seducente.
“Era una persona così fine e risoluta che c'erano solo difetti minimi nel suo aspetto esteriore: un filo tirato sulla gonna, uno svolazzo di capelli sfuggito all'acconciatura sulla nuca. Prima di conoscerla mi sono chiesta quale fosse il vero significato della parola "raffinato", e ora lo sapevo: era Edith.”
Con Edith il dialogo scopre una dimensione nuova, più libera, coinvolgente nelle parole e nei corpi: con l’amica Ava si riconosce capace di raccontarsi, superando la paura di rivelarsi completamente. Il loro è un rapporto di una complicità erotica e coraggiosa, brillante e cinica, che Ava riesce a sabotare tacendo, a Edith e anche a se stessa, la verità.
«Continui a descriverti come una persona particolarmente disturbata, quando gran parte di queste cose sono normali. Credo che tu voglia sentirti speciale - ma va bene, chi non vuole esserlo - ma non ti concedi di essere speciale in modo buono, e allora ti consideri speciale in modo cattivo».
Tempi eccitanti di Naoise Dolan è un romanzo di distacchi e di incastri, dove tutto ha un peso,
i gesti, le parole, le stories su Instagram, le chat: ci si riconosce analfabeti nelle relazioni, incapaci di usare un linguaggio comune, vittime di uno stigma sociale anche nell’utilizzo delle parole.
In una Babele di espressioni e di sentimenti, si scopre la propria fragilità, la difficoltà di avere un dialogo costruttivo anche con se stessi, e si lavora di editing, per ridurre la propria vita, archiviando ricordi sbagliati, omettendo frammenti sostanziali ma dolorosi, smussando il presente.
Naoise Dolan rivela un talento brillante e intelligente nel descrivere l’universo complesso dei millenials, le loro relazioni e le difficili ricerche di affermazione e validazione, il vortice sociale dove soldi e linguaggio sono veicoli di identità e di classe e scrive con ironia tracciando una grammatica dei sentimenti moderna e attuale.
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