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o'connor joseph - teatro d'amore

TEATRO D'AMORE




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Dettagli

Genere:Libro
Lingua: Italiano
Editore:

Guanda

Pubblicazione: 07/2021





Trama

Londra, 1878. Al mitico Lyceum Theatre si incrociano le vite di tre persone straordinarie. Si tratta di Henry Irving, il più grande attore shakespeariano della sua epoca, di Ellen Terry, l'attrice più ammirata e desiderata della sua generazione, e di Bram Stoker, il direttore del teatro. Arrivato da poco da Dublino, Stoker sembra il più anonimo dei tre, anche se in realtà il suo cuore è agitato da passioni e tormenti: un matrimonio appena contratto ma già sul punto di naufragare, il sacro fuoco della scrittura, a cui può dedicare solo poche ore insonni trascorse nella soffitta del Lyceum, e l'attrazione per ciò che avviene nell'oscurità delle notti londinesi. Intorno ai tre pulsa infatti di vita Londra, con la sua varia umanità e le infinite possibilità che offre. Le strade sono minacciate dalla presenza di Jack lo Squartatore e i salotti sono percorsi da pettegolezzi sull'amico di gioventù di Stoker, Oscar Wilde. A complicare le cose, l'amore che Henry e Bram provano per la bella Ellen, un sentimento anticonvenzionale, dominato dalla gelosia, che segnerà le sorti del teatro... Joseph O'Connor ci consegna la ricostruzione ricca e affascinante di una città, di un'epoca e delle atmosfere particolari che hanno influenzato la nascita di quel Dracula che ha avuto enorme successo proprio dopo la morte di Bram Stoker, diventando una tra le opere più iconiche della letteratura britannica.




Recensione Libraio

“Il Lyceum è chiuso con il catenaccio, i vetri delle bacheche sono crepati, i gradini dell'ingresso coperti da uno spesso strato di foglie secche e bottiglie rotte. Il colonnato è servito da latrina ai vagabondi; i lucchetti sul portone sono anneriti da vecchia ruggine. In fondo alla strada la Royal Opera House, in tutto il suo splendore marmoreo, lo guarda con sussiegoso compatimento. Povera spelonca abbandonata.”

Con quanta potenza e ricchezza Joseph O’Connor ci immerge nella vita della Londra di tardo Ottocento: la sua scrittura è un godimento assoluto, virtuosa e sensuale e Teatro d’amore è una storia seducente di attori, fantasmi e vampiri.

Costruita come un insieme in apparenza confuso di materiali, lettere, pagine di diario, articoli, il romanzo svela una struttura sorprendentemente equilibrata e organizzata, scambiando di frequente le voci, i toni narrativi, diventando corale e tenendosi lontano da qualsiasi monotonia. 

Quando Henry Irving, il più grande attore shakespeariano del tempo, decide di far rivivere il Lyceum Theatre, affida la direzione a Bram Stoker, niente più che un impiegato con la passione per la scrittura e i romanzi horror. Quello tra Irving e Stoker sarà un connubio spesso tribolato e lungo una vita: coppia male assortita, la loro, un egocentrico mattatore con modi da rockstar e un padre di famiglia sognatore e taciturno con la mania della scrittura. Ma il lavoro del Lyceum li unisce: è multiforme, caotico, pieno di liti e di scontri, di passaggi nascosti e soffitte polverose, ratti e fantasmi di giovani donne. Quello che avviene sul palcoscenico del Lyceum non è solo arte, non è solo Shakespeare, è vita, sudore, conti da far tornare, fondali da dipingere, mogli trascurate, chiavi da riordinare, locandine da stampare, comparse seminude, parrucche coi pidocchi, scarpe da lucidare e costumi da inventare per uno spettacolo che deve andare in scena, con un pubblico vociante e attori indisciplinati.

Si aggiunge al gruppo Ellen Terry, venerata da tutti, la diva che gira velata mentre i passanti si fermano affascinati e intimoriti alla sua vista. L’amicizia dei tre non avrà mai fine e segnerà pagine memorabili di teatro.

“Gli spettri e gli animali in costume, i profeti tonanti. I magnifici eserciti e i loro vessilli inzaccherati di sangue. Tra loro avanza il cantastorie.

Ancora lui, il solitario che veniva nel suo solaio, logorato dai segreti, una parte recitata troppo a lungo; quello che faticava alla sua macchina delle parole come se fosse l'organo di una cattedrale su cui doveva suonare una cantata impossibile.”

Quando gli applausi e le grida si placano, e la notte si fa buia, Stoker sale nelle stanze più spettrali del teatro, e scrive. È un cantastorie che, alla luce di candela, evoca storie di vampiri e giovinette. Non avrà il successo in vita, e i suoi tentativi editoriali hanno davvero poca fortuna. Ma il suo Dracula entrerà nella leggenda.

È una Londra fosca e pericolosa quella che Joseph O’Connor racconta, La Londra di Jack lo Squartatore, di donne orribilmente mutilate, di ronde notturne, di paure e di sospetti, rumore di carrozze nella nebbia, urla che squarciano il buio.

Ma è anche la Londra della grande creatività, delle macchine sceniche, della fotografia, è la Londra delle tradizioni di teatro, lasciare una fiamma accesa quando si chiude, così i fantasmi possono mettere in scena i loro spettacoli, è, infine, la Londra delle grandi indimenticabili serate nelle quali d’improvviso fa il suo ingresso Oscar Wilde, e tutto si ferma di fronte al mito.

“Lui uscì dalle quinte strabuzzando gli occhi, come uno che di rado veda la luce, nel suo florido biancore, condotto per mano da Irving. Le braghe erano di velluto rosso scuro, il mantello di zibellino lungo fino al ginocchio, le dita adorne di numerosi anelli. Era un po' troppo appesantito per stare in piedi a lungo, così un trio di macchinisti gli procurò un sofà di scena.”

Senza moderazione, Teatro d’amore è un turbinio di sentimenti e di azione, di dialoghi e di aneddoti, di amicizia e di amore, di sessualità latente, di notti passate a girovagare in cerca di se stessi, nel buio di quartieri licenziosi, nel silenzio dei dock, sulle pagine di racconti di sangue e passione. Ci si trova così, evadendo dalle proprie prigioni, vivendo altri sé, accettando la precarietà del teatro, dove puoi essere diverso ogni sera, dimenticandoti chi sei, trovando un altro dentro di te.

C’è grande saggezza nel teatro raccontato da Joseph O’Connor, che sui fondali londinesi di imperiosa e cupa bellezza mette in scena un lavoro sull’identità e l’ambizione e rende omaggio alla creazione più ricca e umana, quella dell’invenzione. Avanti Macduff! 

“Il sangue. È vita. Avvertii. La presenza. Come avviluppato. In una tempesta. Di furia.”



Francesca Cingoli



Recensione di Francesca Cingoli









Altre Informazioni

ISBN:

9788823523494

Condizione: Nuovo
Collana: NARRATORI DELLA FENICE
Formato: Brossura
Pagine Arabe: 384


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