"Un capolavoro." Corriere della Sera
"Pecoraro scrive di guerra. Una guerra che è finita molto tempo fa, ma che è proseguita nei successivi settant'anni di pace, che continua oggi nell'inferno della confusione umana." la Repubblica
"Un grande romanzo, in tutti i sensi del termine. Andrebbe definito il Grande Romanzo Italiano di oggi, come La dolce vita fu definito il Grande Film Italiano di allora." Il Venerdì di Repubblica
"Estremamente potente e ricco, di una ferocia senza precedenti... Questo romanzo nero colpisce come un sacco scagliato attraverso una finestra... Erede degli eroi tormentati di Celine, Malcome Lowry, Don De Lillo." la Repubblica
"Pecoraro è refrattario a ogni banale trasfigurazione sociologica e capace di andare alla radice delle cose perché animato da una visionarietà dolorosa." Il Sole 24 Ore
"Una penna straordinaria che restituisce un tempo - il secondo 900 - e un luogo - Roma - con lo sguardo unico di chi vede deteriorarsi ciò che ama." Helena Janeczek
"I bravi scrittori ti sorprendono sempre alle spalle. Francesco Pecoraro sa colpire con ciò che io, da solo, non riuscirei mai a immaginare." Nicola Lagioia
"Ho la sensazione che ci sia qualcosa di straordinario nel modo in cui Pecoraro percepisce e restituisce l'architettura interna e complessa di segni all'apparenza minimi." Giorgio Vasta
Jeans falso consumati. Falso strappati. Pantaloni falso mimetici. Borse mimetiche. Capelli falso giovani, rossastri. In giro falsi rasta. Falsi gangsta, falsi rap. Falsi punk. Falsi giovani. Borchie falsamente utili. Magliette falso scolorite. Falsa vita vissuta. Falsa esperienza, falso inconscio, falso immaginario, falsa coscienza. Falsa la metropoli, falso il lavoro. Falso legno, falso antico, false le cacche di mosca sui falsi mobili, Il falso grezzo nei ristoranti falso-fichetti, o vero-fichetti per falsi fichetti. Falsi gli hipster con false barbe folte lunghe tagliate quadre, false camicie da falsi boscaioli, birre falso artigianali. False calvizie, falsi muscoli con tatuaggi falso tribali. Veloci sfrecciano bassi falso pappagalli verdi, frutto del riscaldamento globale, anch'esso artificiale, posticcio. Falsi i pesci nelle pescherie: orate di allevamento, salmoni artificiali mangia merda, vongolo non-veraci, spigole di acque chiuse, rombi di fondali plastificati.
[...]
Tutto il falso e il falso-vero sono più veri dell'autenticamente vivente, del davvero risalente. L'autenticità non è necessaria per la gente dello Stradone, abituata all'andarsene delle cose e ormai aggrappata alla verità dell'unica cosa condivisa, il linguaggio.
- È passato er puma daa Squadra: oggi posticipo
- M'appoggio un attimo te dispiace, me sentomale
- Che se sente?
- Na fitta forte ar fianco. Forte.
Ma vero verissimoe molto reale, lo Stradone e le palazze che vi insistono, troppo vicine al ciglio del marciapiedi...