home libri books Fumetti ebook dvd top ten sconti 0 Carrello


Torna Indietro

pecoraro francesco - lo stradone

LO STRADONE




Disponibilità: solo 1 copia disponibile, compra subito!

Se ordini entro 3 ore e 23 minuti, consegna garantita in 48 ore lavorative
scegliendo le spedizioni Express



PREZZO
18,00 €
NICEPRICE
17,10 €
SCONTO
5%



SPEDIZIONE GRATIS
con corriere veloce per acquisti oltre 29,00 €.


Pagabile anche con Carta della cultura giovani e del merito, 18App Bonus Cultura e Carta del Docente


Facebook Twitter Aggiungi commento


Dettagli

Genere:Libro
Lingua: Italiano
Pubblicazione: 04/2019
Edizione:





Trama

Primi anni Venti di questo secolo nella «Città di Dio», decadente metropoli che assomiglia molto a Roma. Un uomo di circa settant'anni osserva dal settimo piano della sua palazzina le vicende dello «Stradone»; i tanti personaggi che lo percorrono incarnano tutte le forme del «Ristagno» della nostra società. Invecchiamento e conformismo, razzismo e sessismo, sopravvivenze popolari e «trentelli» rampanti, barbagli di verità, etnie in conflitto, il fantasma dell'integralismo islamico, la liquefazione di sinistre e destre e della classe media in un unico «Grande Ripieno»: nulla sfugge a questo narratore disordinato ma perspicace, che pare saper restituire meglio di chiunque - con ironia, cinismo, nostalgia, umorismo - il non senso del nostro presente. Racconta anche, l'uomo senza nome, la propria esistenza di «Novecentesco», aspirante storico dell'arte, funzionario di Ministero, uomo che ha creduto nel comunismo e poi si è fatto socialista e corrotto, con i suoi amori e, oggi, l'ossessione per la vecchiaia, la malattia, la pornografia; e ricostruisce infine con documenti veri o quasi-veri la storia di un quartiere i cui abitanti, operai e proletari, per secoli e fin oltre la metà del Ventesimo, hanno prodotto qui i mattoni di cui è fatta la Città: il quartiere più comunista e antifascista di tutti, forse visitato da Lenin - personaggio inatteso di queste pagine - nel 1908. Il risultato è un libro in cui la passione politica, antropologica e linguistica, le vicende di una vita, di un quartiere, di un intero secolo concorrono a un'esperienza di lettura memorabile: un'illuminante - tragica ed esilarante - avventura di conoscenza.




Note Editore

Una penna al vetriolo dallo stile inconfondibile che incide nella pagina un ritratto puntuale del declino socio-morale del nostro tempo. Impietosamente ironico, profondamente doloroso. Ancora una volta Pecoraro colpisce al cuore.

Lo stradone si svolge su tre piani: il protagonista è un pensionato di settant'anni, ex ricercatore in storia dell'arte con una modesta carriera ministeriale alle spalle. Dal suo punto di vista di medioborghese novecentesco in declino fisico e socioeconomico, racconta - oltre alla propria mediocre esistenza - la vita attuale e la storia di un quartiere della "città di Dio" (cioè di Roma, che non viene mai nominata): il quartiere di Valle Aurelia, lo "Stradone". In questa strana lingua di periferia che si introduce fin quasi al centro della città - una composizione antropologica sociale piuttosto originale, fra gentrificazione, sopravvivenze proletarie "novecentesche" e nuova immigrazione est-europea ed extraeuropea - prendono corpo tutti i fattori determinanti del "ristagno" della società contemporanea: l'immobilismo sociale, l'impoverimento delle classi medie, l'arroganza della politica e dei nuovi ricchi, la ricerca dello status anche nella miseria, la guerra fra poveri, il crollo dei valori comunitari, la fine della sinistra e dell'impegno politico.
Ma lo stesso quartiere ha vissuto nel Novecento una storia diversa, di grande sofferenze eppure di grande speranza: era il principale quartiere operaio romano, le cui fornaci, artigianali e poi industriali, produssero per quasi un secolo i mattoni con cui venne costruita la grande capitale postunitaria. Un quartiere di cultura operaia e comunitsa, di cui il protagonista fa il racconto ma ricerca le sottili sopravvivenze in alcuni aspetti dell'antropologia locale, nei discendenti delle famiglie di allora, costrette negli anni Sessanta a lasciare le loro povere baracche e a trasferirsi in grandi edifici di edilizia popolare, perdendo però la rete di solidarietà comunitaria che in quelle abitazioni fatiscenti aveva potuto svilupparsi e non potè ricrearsi nelle incubose torri di cemento. Un quartiere che pare sia stato visitato da Lenin di passaggio a Roma nel 1908 - visita che, ricostruita dalla fantasia di Pecoraro, costituisce l'occasione per presentare alcuni dei personaggi del libro.




Prefazione

"Un capolavoro." Corriere della Sera

"Pecoraro scrive di guerra. Una guerra che è finita molto tempo fa, ma che è proseguita nei successivi settant'anni di pace, che continua oggi nell'inferno della confusione umana." la Repubblica

"Un grande romanzo, in tutti i sensi del termine. Andrebbe definito il Grande Romanzo Italiano di oggi, come La dolce vita fu definito il Grande Film Italiano di allora." Il Venerdì di Repubblica

"Estremamente potente e ricco, di una ferocia senza precedenti... Questo romanzo nero colpisce come un sacco scagliato attraverso una finestra... Erede degli eroi tormentati di Celine, Malcome Lowry, Don De Lillo." la Repubblica

"Pecoraro è refrattario a ogni banale trasfigurazione sociologica e capace di andare alla radice delle cose perché animato da una visionarietà dolorosa." Il Sole 24 Ore

"Una penna straordinaria che restituisce un tempo - il secondo 900 - e un luogo - Roma - con lo sguardo unico di chi vede deteriorarsi ciò che ama." Helena Janeczek

"I bravi scrittori ti sorprendono sempre alle spalle. Francesco Pecoraro sa colpire con ciò che io, da solo, non riuscirei mai a immaginare." Nicola Lagioia

"Ho la sensazione che ci sia qualcosa di straordinario nel modo in cui Pecoraro percepisce e restituisce l'architettura interna e complessa di segni all'apparenza minimi." Giorgio Vasta

Jeans falso consumati. Falso strappati. Pantaloni falso mimetici. Borse mimetiche. Capelli falso giovani, rossastri. In giro falsi rasta. Falsi gangsta, falsi rap. Falsi punk. Falsi giovani. Borchie falsamente utili. Magliette falso scolorite. Falsa vita vissuta. Falsa esperienza, falso inconscio, falso immaginario, falsa coscienza. Falsa la metropoli, falso il lavoro. Falso legno, falso antico, false le cacche di mosca sui falsi mobili, Il falso grezzo nei ristoranti falso-fichetti, o vero-fichetti per falsi fichetti. Falsi gli hipster con false barbe folte lunghe tagliate quadre, false camicie da falsi boscaioli, birre falso artigianali. False calvizie, falsi muscoli con tatuaggi falso tribali. Veloci sfrecciano bassi falso pappagalli verdi, frutto del riscaldamento globale, anch'esso artificiale, posticcio. Falsi i pesci nelle pescherie: orate di allevamento, salmoni artificiali mangia merda, vongolo non-veraci, spigole di acque chiuse, rombi di fondali plastificati.
[...]
Tutto il falso e il falso-vero sono più veri dell'autenticamente vivente, del davvero risalente. L'autenticità non è necessaria per la gente dello Stradone, abituata all'andarsene delle cose e ormai aggrappata alla verità dell'unica cosa condivisa, il linguaggio.
- È passato er puma daa Squadra: oggi posticipo
- M'appoggio un attimo te dispiace, me sentomale
- Che se sente?
- Na fitta forte ar fianco. Forte.
Ma vero verissimoe molto reale, lo Stradone e le palazze che vi insistono, troppo vicine al ciglio del marciapiedi...










Altre Informazioni

ISBN:

9788833310602

Condizione: Nuovo
Collana: SCRITTORI
Formato: Brossura
Pagine Arabe: 443


Dicono di noi