Dalla Regina delle Colline, borgo ducale protetto dal Gran Sasso e dalla Majella, nelle giornate limpide è possibile scorgere il mare. Qui, ogni febbraio fa ritorno l'upupa, uccello regale che anticipa la primavera. Ed è qui che Dora - i capelli rossi, le gambe sottili e un grande sorriso - vive con i suoi genitori. Bambina solitaria e silenziosa, Dora non sa chiedere, piangere, recriminare. La famiglia è infatti sorda ai suoi bisogni: una madre piegata dalla vita che cerca distrazione in incontri adulteri e riversa sulla figlia rabbia e frustrazione. Un padre rozzo e disattento. Una nonna ruvida, grossolana, ancorata a costumi che il tempo ha in parte ridimensionato, proprio come l'orto oltre il quale il suo sguardo non riesce ad andare. Un nonno burbero, cui la bambina viene affidata in pomeriggi interminabili, cadenzati da merende ripugnanti e momenti bui. Oltre al volo salvifico dell'upupa, atteso ogni anno, è l'amica Ida, nobile di origine e incline alla trasgressione, la sola luce nel mondo di Dora. L'infanzia è breve e l'ingresso nella vita adulta repentino. Solo col tempo Dora riuscirà a lasciarsi andare al sentimento e alla cura dell'altro e, nonostante nuovi lutti e sventure, a trovare il coraggio per accogliere dentro di sé la vita e l'amore.