SOTTO IL MONTE

Pubblicata postuma nel 1904, "Sotto il monte" è l'opera più strettamente letteraria di Aubrey Beardsley, il grande disegnatore e incisore inglese che in soli ventisei anni di vita rivoluzionò l'arte dell'illustrazione e gettò le basi per la futura Art Nouveau. In questo piccolo capolavoro, liberamente ispirato alla leggenda di Venere e Tannhäuser, la sua fantasia grafica si riversa quasi per osmosi nella narrazione scritta. Seguendo le avventure amorose del grande poeta tedesco medievale, Beardsley ci fa attraversare splendidi salotti settecenteschi gremiti di specchi e di candelabri, giardini disseminati di statue e di zampillanti fontane, roseti in cui fanciulli e fanciulle conoscono le prime gioie dell'amore profano; ci fa conoscere i fauni e gli amorini, le incantevoli adolescenti che si scambiano tenerezze troppo audaci e gli ambigui ragazzi che non disdegnano la compagnia del cavaliere Tannhäuser, quegli stessi ragazzi che sopra ogni altra cosa amano assistere, rapiti, alla sublime toletta della dea, storditi dalle fragranti nuvole di cipria e dal pungente profumo degli incensi che sembrano quasi emanare dalle pagine di questa squisita gemma dell'estetismo novecentesco.

Pubblicato postumo nel 1903, Sotto il colle è l'opera più strettamente letteraria di Aubrey Beardsley, il grande disegnatore e incisore inglese che in soli ventisei anni di vita rivoluzionò l'arte dell'illustrazione e gettò le basi per la nascita dell'art nouveau. Tipico e iperbolico esponente di quella controversa generazione che caratterizzò il panorama intellettuale del suo tempo, Beardsley si dedicò soprattutto a sintetizzarne la decadenza nelle sue forme più estreme, nei suoi influssi più eclatanti. Disse una volta: «Ho uno scopo: il grottesco. Se non sono grottesco, non sono niente». In questo piccolo capolavoro, vero album libertino di un'immaginaria Arcadia del sesso ispirato alla leggenda di Venere e Tannhäuser, la sua sottile e perversa fantasia grafica si riversa quasi per osmosi nella narrazione scritta. Seguendo passo passo le avventure amorose del grande poeta tedesco medievale, Beardsley, dopo aver fatto mucchietti della cartapesta wagneriana, volge l'occhio al decadentismo vittoriano di Wilde e Pater, dando vita a una favola "pornotipica" algidamente scandalosa, considerata oggi un testo fondamentale dell'estetismo.

«Destinato a diventare un'opera chiave della nuova letteratura e della nuova arte» TIMES

AUBREY BEARDSLEY Delicato di salute sin dall'infanzia, destinato a morire giovane, dopo i primi successi come illustratore si recò a Parigi dove vide Whistler, la cui arte influenzò il suo stile degli anni 18951896. La sua prima prova importante furono le illustrazioni del dramma Salomè, di Oscar Wilde. Collaborò alla più prestigiosa rivista di fine Ottocento, «The Yellow Book». Nel 1896 fondò la rivista «The Savoy». Gravemente ammalato di tubercolosi, si recò nella Costa Azzurra dove morì appena ventiseienne.