Gli operatori giuridici tendono, quasi per forza d'inerzia, ad esaurire il diritto nella legislazione. È un pregiudizio cui si connette la pretesa onnipotenza del legislatore e la tendenza a chiedergli di risolvere tutti i problemi, anche quelli maggiormente influenzati dalla sensibilità dei giuristi e dai modelli esplicativi che la dottrina dovrebbe mettere loro a disposizione. A quest'atteggiamento, comune a tutti i settori del diritto, si dedica la prima parte del testo, cercando di reimpostare il rapporto tra "diritto" e "legislazione", attraverso alcuni denominatori comuni delle "scienze umane".