Con la ventitreesima discesa in campo Sharon raggiunge la massima maturità investigativa, trasformando in indizi efficaci delle pure coincidenze, che per chiunque sarebbero prive di senso. Si può dire che desuma le sue abilità dalla critica letteraria e artistica più aleatorie, e perfino dalla creatività poetica più disinvolta. È un apice che, per chiudere la sua carriera in bellezza, prelude al ritiro a vita coniugale e pantofolaia con Carlotta, libero dall'ossessione per il crimine, delegando a lei di occuparsene. Ma non vorrà arrivarci prima del venticinquesimo caso, numero tondo come frazione di cento, fino a cento non potendo procedere. Nel frattempo un'influenza gli offre un assaggio della futura vita dominata da Carlotta, che assume il potere della cura, nonostante qualche piccola ribellione. Dal suo letto d'infermo, Sharon prepara comunque l'esecuzione dell'assassino seriale, con un sistema complicato e pericoloso, che sarà abbandonato.