Si è soliti far risalire la storia dello sport paralimpico italiano alle Olimpiadi di Roma (1960). In realtà, in un'ottica puramente riabilitativa, i rapporti tra attività motorie e disabilità affondano nell'Ottocento positivista. La Grande guerra, come strumento teso al recupero psico-fisico delle masse di feriti e mutilati tornati dal fronte, produsse delle forme di cauta sportivizzazione del fenomeno, e in periodo fascista si assiste alla nascita del primo, importante movimento sportivo per disabili. Infine il secondo dopoguerra, a partire dagli anni '50, vede una più matura presa di coscienza dei diritti delle persone disabili, inserendo in questa dimensione lo sport. Uno sport non più curativo o riabilitativo, bensì inteso in quell'accezione pienamente agonistica che ha nel paralimpismo la sua massima espressione. Il volume ripercorre questo lungo, travagliato processo d'inclusione e civiltà seguendone le linee evolutive, valorizzando i suoi protagonisti e "pionieri" otto-novecenteschi ignoti o dimenticati, per giungere fino alle ultime Paralimpiadi di Parigi 2024.