A Firenze, gli abitanti e tutti gli storici dell'arte conoscono la Rotonda di Via degli Alfani, incompiuto capolavoro (1437) di Filippo Brunelleschi; pochi di loro sono invece in grado di riconnettere tale monumento rinascimentale al grande monastero di Santa Maria degli Angeli, la più importante fondazione camaldolese della Toscana che, sorta alle fine del Duecento, fu centro di spiritualità cenobitica, vivaio eccellente di studi umanistici e letterari e polo di fertile, straordinaria committenza artistica. L'intento del volume, la prima indagine sistematica dedicata a tutti gli aspetti della storia dell'ex complesso religioso, condotta con un approccio interdisciplinare, è quello di restituire memoria e significato alle sue lunghe e travagliate vicende. L'imponente insediamento fu infatti sottoposto nel corso del tempo a parcellizzazioni e a riusi impropri degli edifici, oggi afferenti a proprietà diverse, producendo la perdita della conoscenza dell'assetto originario come della sua peculiare identità. Alle progressive trasformazioni architettoniche e alla dispersione di gran parte dell'ingente patrimonio artistico, si aggiunsero, nel Novecento, ulteriori manomissioni strutturali, prima con la costruzione della Casa del Mutilato e in seguito con l'acquisizione di alcuni spazi da parte dell'Università degli Studi di Firenze per le Facoltà di Lettere e di Architettura. Ambienti oggetto ora di una riqualificazione funzionale, gestita dal 'Progetto Brunelleschi', promosso dall'Ateneo, rivolta all'ampliamento della Biblioteca Umanistica. La pubblicazione del volume, che ha tratto origine da tale progetto di riqualificazione, ne costituisce supporto conoscitivo e documentario. Dalla lettura dei saggi che hanno ripercorso la vita del monastero e recuperato opere, episodi di committenza e contesti dimenticati, emerge un rilevante, stratificato quanto poco conosciuto capitolo di storia di Firenze.