Questo libro vuol essere un primo contributo allo studio di una delle maggiori figure della cultura italiana del Novecento: Rossana Rossanda. A lungo protagonista e testimone della vita politica italiana come militante, è stata anche parlamentare, giornalista e scrittrice, dirigente e responsabile della politica culturale del PCI negli anni Cinquanta e Sessanta, poi tra le fondatrici del quotidiano «il manifesto», senza mai smettere di contribuire al dibattito sul movimento operaio e sul femminismo con riflessioni puntuali e appassionate. Il testo si concentra sul periodo della sua formazione alla scuola di Antonio Banfi nella Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di Milano, con lo scopo precipuo di mettere a fuoco i nuclei profondi di interesse attorno ai quali si è andata costituendo la complessa personalità di Rossanda. Per mostrare come la scelta etico-politica che ha dominato la sua vita si sia costruita sulla base dell'apprendistato milanese, con una riflessione mai veramente interrotta sulla storia dell'arte, sull'estetica e sulla letteratura, e sul loro intimo legame con la società.