Il delitto di riciclaggio, introdotto nel nostro ordinamento nel 1978, sconta il limite genetico della carenza di identità per la sua struttura iniziale ibrida tra ricettazione e favoreggiamento. Solo con la riforma degli anni novanta, il reato di riciclaggio si affranca dalle fattispecie di ricettazione e favoreggiamento e, nello stesso tempo, viene ampliato il novero dei reati presupposto. Una normativa sviluppatasi per stratificazioni successive, talvolta senza una continuità logica tra i molteplici interventi, spesso privi dello sguardo d'insieme, che ha generato profili di incertezza sul fronte interpretativo e significative criticità applicative. Il quadro si è reso ancora più complesso con l'introduzione del reato di autoriciclaggio, quale fattispecie autonoma e diversa dal riciclaggio. Il testo esamina la normativa evidenziandone le aporie e le criticità con la finalità di indurre ad una riflessione serena e approfondita che vada oltre la contingenza.