"Ho conosciuto Giacomo Tallone quando ero un ragazzino. Ero debole in matematica e un mio zio, suo Fratello di Loggia, mi mandò da lui, professore di matematica, per alcune ripetizioni. Era il 1952. Lo ricordo con una giacca da camera, le dita e i denti dell'accanito fumatore. La voce roca e con una tazzina di caffè sempre a portata di mano. Dopo quelle ripetizioni non ho più sentito parlare di Giacomo Tallone fino a quando quel mio zio, morendo, mi lasciò i suoi libri e le sue scartoffie. Proprio in mezzo a quelle carte ho trovato un carpettone, senza alcuna intestazione esterna, contenente documenti, atti e tavole massoniche, alcune erano firmate Giacomo Tallone e cadenzate mensilmente. Queste tavole hanno trasformato interamente il mio modo di essere Massone." (Antonio Urzì Brancati)