Ortodossia può considerarsi come il primo, fondamentale documento della riflessione di G.K. Chesterton, e i suoi ammiratori lo giudicano il suo capolavoro. Esso è la chiave di volta di tutte le opere del fecondo e fantasioso scrittore. Non bisogna peraltro attendersi che Ortodossia sia un libro mistico o propriamente «apologetico», e nemmeno del tutto ortodosso. Fu scritto quando l'autore era soltanto sulla via della conversione, che avvenne dopo la Prima guerra mondiale. L'umorista fa capolino continuamente dietro il pensatore; si impadronisce della sua dialettica formidabile che dimostra la volontarietà della creazione, la ragionevolezza della credenza nel soprannaturale e nei miracoli, la sublimità del sacrificio divino. Nell'insieme Ortodossia è un libro vigorosamente costruttivo, o «edificante», nella sua lucida visione della «paradossalità» del cristianesimo e vi spiccano intuizioni anticipatrici, che la veste stilistica, briosa e scintillante, avvalora. I pregi letterari sono lo zampillare continuo delle idee, la lingua raffinata eppure immediata, ricchissima, l'audacia e la felicità delle immagini, talvolta nitide come un grafico.