Brossura, 266 ill. colori. Nei saloni monumentali di Palazzo Ducale sono in mostra pezzi unici, rari e particolarmente preziosi realizzati dai maestri orologiai transalpini e provenienti da collezioni private italiane. Un corpus documentario (di oltre 270 pezzi) di pendole neoclassiche - le cosiddette "parigine", le "cappuccine" ed anche le "campane" - che gli esperti giudicano di altissimo valore artistico, oltre che storico e tecnologico.
Le pendole riproducono scene di caccia e pesca, artisti e condottieri, dame di compagnia, ma anche personaggi importanti della storia e della religione.
L’esposizione è una chiara testimonianza dell’influenza francese e poi borbonica avuta sulla vita culturale e sociale lucchese, sullo stile e sui temi del periodo neoclassico. Tra questi ‘il tempo’ e la ricerca scientifica e tecnica per elaborare strumenti misuratori sempre più precisi ed esteticamente qualificati. L’orologio, e in particolare le pendole, diventano vere e proprie opere d’arte, con elementi in stile classico e neoclassico, figure che si rifanno, appunto, alla mitologia, alla corte, scene decorative sul lavoro o sulla musica.
"Se c’è un oggetto del nostro quotidiano che nel corso del tempo ha subìto una profonda evoluzione - dichiara il presidente della Provincia Baccelli - questo è proprio l’orologio. Una metamorfosi tecnica che ha comportato anche una trasformazione del modo attraverso il quale ci si è posti in relazione con questo fondamentale accessorio che scandisce le nostre giornate. Gli orologi non soltanto si sono fatti progressivamente più maneggevoli e precisi, più tecnologicamente sofisticati. Non hanno compiuto solo il ‘tragitto’ dal grande orologio pubblico a quello da polso. Sono diventati anche altro: il loro valore d’uso, infatti, si è presto abbinato a valori estetico-artistici e poi a valori sempre più immateriali, legati cioè a quel complesso sistema di segni e significati che è diventata la moda nelle nostre società".
"Questa mostra dedicata alla produzione francese dei secoli XVIII e XIX - aggiunge Baccelli - ci illustra un momento importante della storia dell’orologeria. Quando, nella Francia degli anni compresi fra il Direttorio e la Restaurazione, l’orologio a pendolo divenne un complemento d’arredo presente un po’ in tutte le case, prodotto in una grande varietà di materiali, di lavorazioni, di fogge, di motivi decorativi. Il momento in cui, fra l’altro, accanto ad una produzione di pregio ed elitaria, si affacciano le prime produzioni di ‘massa’".