"Ommini e bestie", raccolta di favole in rima pubblicata per la prima volta nel 1914, mette in scena un'esilarante rassegna di tipi umani e di animali che condividono più vizi che virtù: al prete strozzino e all'«omo politico» che cura soltanto i propri interessi fanno da contraltare il pollo nazionalista e il somaro filosofo, il cane moralista e il sorcio ipocrita che, al funerale del gatto, piange sulla tomba dell'«amico» ringraziando segretamente Dio. Con questi irresistibili racconti in versi, Trilussa si conferma maestro della satira, cantastorie graffiante, affabulatore senza tempo.