D'Annunzio compose il "Notturno" nel 1916, nel buio della sua dimora veneziana, costretto all'oscurità a causa delle gravi ferite agli occhi riportate in un incidente aereo. Tre mesi di cecità forzata, durante i quali il poeta affida i suoi pensieri a sottili striscioline di carta, le «liste sibilline», raccolte e risistemate dalla figlia Renata, e pubblicate nel 1921. Un'opera diversa rispetto alla precedente produzione dannunziana e fortemente introspettiva, in cui si intrecciano temi e piani cronologici diversi: la malattia del presente, la guerra appena vissuta, i ricordi d'infanzia legati all'Abruzzo e alla madre. Un'opera intima e riflessiva, dalla prosa frammentaria e a tratti allucinata: caratteristiche che ne accrescono il fascino, rendendola moderna e quasi cinematografica.