NIKOLAJ GOGOL

Il saggio ottiene subito un grande successo, anche se dall'inizio alla fine Nabokov si guarda bene dal seguire le indicazioni ricevute, e manifesta ripulsa per i riassunti e le pedanti esposizioni tipiche del volgarizzatore. Predilige piuttosto gli effetti sorprendenti (comincia con la morte di Gogol' per finire con la sua nascita), gli aspetti bizzarri, le diversioni impazienti - e si limita a ciò che ritiene il meglio dello scrittore, trascurando il resto. Ma riesce, con il suo tocco magico, a trasformare particolari in apparenza insulsi, dettagli persino privi di senso artistico, in trionfi dell'immaginazione: lo sciame di personaggi secondari del Revisore, che prendono vita nello spazio di una digressione; la splendida poetica dell'irrilevanza e l'apoteosi della volgarità compiaciuta in Anime morte; le oscillazioni perturbanti di un incubo grottesco nel Cappotto, a cui dedica, in un superbo crescendo, l'ultimo capitolo - prologo folgorante all'estetica del Nabokov narratore.

Nel 1942 l'editore Laughlin commissiona a Nabokov un saggio su Gogol' che lo presentasse finalmente ai lettori americani. Lo scrittore accetta, ma si guarda bene dal seguire le indicazioni. Intanto il lavoro, ultimato un anno più tardi, è beffardamente incompleto, perché Nabokov si sofferma solo su ciò che ritiene il meglio di Gogol', e trascura il resto. Come non bastasse, manifestando una totale idiosincrasia per le pazienti esposizioni del volgarizzatore, investe di emozione creativa i particolari più trascurabili, o assurdi, e li volge in trionfi dell'immaginazione: lo sciame di personaggi secondari nel Revisore, la poetica dell'irrilevanza e l'apoteosi della volgarità in Anime morte, le oscillazioni di un incubo grottesco nel Cappotto.

Come il Proust di Beckett, questo Gogol' è un saggio rivelatore non solo del suo oggetto ma dell'autore. «Uno studio idiosincratico di Gogol'» («The New York Times»). «La grande letteratura corre lungo il filo dell'irrazionale … Il cappotto di Gogol' è un incubo grottesco e cupo che apre buchi neri nell'incerto disegno della vita» (V. Nabokov).

Vladimir Nabokov nasce nel 1899 a San Pietroburgo. Il nonno era ministro della Giustizia dello zar Alessandro II, il padre un noto statista liberale. Nel 1919 lascia la Russia e si trasferisce a Cambridge, dove nel 1922 si laurea in Lingue. Dal 1922 al 1937 vive a Berlino, dove inizia a scrivere e a pubblicare, quindi a Parigi. Nel 1940 emigra negli Stati Uniti, dove insegnerà Letteratura russa ed europea al Wellesley College e poi alla Cornell University. All'inizio degli anni Sessanta fissa la sua residenza in Svizzera. Muore nel 1977. Tutte le sue opere sono in corso di pubblicazione da Adelphi.