Un'attivista conosciuta ovunque nel mondo, che ha combattuto tutta la vita per i diritti delle donne; che ha portato milioni di persone a ballare per le strade e nelle piazze, in un flash mob globale di protesta; che ha contribuito a fondare in Congo la Città della Gioia, un centro di accoglienza per donne violentate. Poi, in un giorno qualunque, un presentimento: qualcosa dentro di lei non sta funzionando come dovrebbe. E una radiografia che rivela una "gigantesca pozza di nero" proprio al centro del suo corpo. È così che Eve Ensler, celebrata autrice dei "Monologhi della vagina", scopre di avere un cancro all'utero in stadio avanzato. A cinquantasette anni, dopo aver aiutato migliaia di donne, Eve deve andare in soccorso di se stessa. Ora, è del suo corpo che deve scrivere la storia, esplorandone le pieghe più nascoste, percorrendo i sentieri più tortuosi della memoria. Per mesi e mesi Eve si sottopone a cure invasive e dolorose, mentre la malattia la rende soprattutto un corpo - scansionato, irradiato, sezionato, gonfiato, drenato, ricucito. È così obbligata a connettersi profondamente con la propria fisicità, azzerando quella distanza da sé che si è imposta per rimuovere i traumi del passato gli abusi del padre, l'indifferenza della madre, la rivalità con la sorella. Ora, è in quelle cellule impazzite che avviene il cambiamento.