Nannina di Stefania Spanò ci porta in una Secondigliano che cambia al cambiare del tempo ma nelle cui viscere serpeggiano le storie.
E sono proprio le storie a unire le vite delle due protagoniste, Nannina e Stephanie, la prima nonna, la seconda nipote.
Stephanie non vive bene il suo essere bambina e il non poter fare tutto ciò che i suoi cugini maschi possono fare.
L'unico margine di libertà è il balcone sul quale legge, legge, legge...Leggere, fantasticare, saper usare le parole saranno la sua arma contro al mondo. L'altro luogo dove trascorre il tempo è l'appartamento due piani sotto al suo, quello della nonna.
Nonna che Stephanie conosce come viene chiamata dagli altri, la pazza, ma che ignora essere stata Nannina la Cuntastroppole.
Cuntastroppole in napoletano è chi racconta le storie, chi fa il cerchio intorno a sé e, attingendo ad un repertorio, improvvisa i racconti per intrattenere.
Nannina ha recitato nei cortili, ha raccontato storie a matrimoni e funerali, ha intrattenuto bambini e vicini, ha fatto ridere e piangere.
La parola raccontata era l'unica cosa che una donna poteva usare per tenere i figli con sé mentre lavorava.
E allora Stephanie decide di pretendere l'eredità della nonna e di mettere a frutto il suo desiderio di libertà e la sua capacità di usare la parola.
Nannina di Stefania Spanò è un romanzo da udire, non solo da leggere.
E' fatto di quella musicalità che risuona delle storie più antiche e che si accompagnano a gesti, movenze, tradizioni.
Nannina di Stefania Spanò ci porta anche nel cuore di una Secondigliano che non è solo (ma è anche) quella della cronaca.
Un romanzo che sa di passato ma che grazie alle storie continua a vivere.
Nannina di Stefania Spanò inaugura la nuova collana Garzanti che si chiamerà gli Schermi e che darà voce ad una narrativa d'autore contemporanea.
Recensione di Stefania C.