Una riflessione sul morire, inteso non come evento terminale, ma come processo esistenziale che accompagna l'essere umano lungo l'intero corso della vita. L'autrice indaga la tensione tra il tempo cronologico e il tempo pedagogico, tra il lutto e la sua corretta elaborazione, tra la perdita e la possibilità generativa. Ecco perché il testo è anche una proposta per educare al vivere. Se, come sosteneva Scheler, la vita è esperienza della direzione della morte, la consapevolezza di tale direzione abilita la persona a dare senso alla finitudine della condizione umana. Educare al morire rappresenta sia il percorso con cui ci avviciniamo e ci prepariamo, emotivamente e cognitivamente, alla nostra morte, sia il modo attraverso il quale impariamo a gestire la paura e il dolore derivante dalla morte reale e simbolica dell'altro.