«Miró, come la maggior parte dei grandi pittori,» scrive il poeta e saggista francese Yves Bonnefoy «non lavora per esprimere un modo di essere, felice o angoscioso che sia, ma per capire e superare un conflitto. Il sole della vita fisica e l'inquietante luna che presiede alle metamorfosi dell'inconscio vengono nella sua opera a mescolare le loro luci, e Miró dipinge per poter sfociare nella pura luce del giorno. Tenterò dunque di rivivere e di interpretare per sommi capi una storia, quella di un grande spirito che lotta contro il turbamento che è in lui – e nel mondo che lo circonda, e in tutti gli uomini –, e che cerca nell'arte un soccorso, una risposta, un riscatto, una pace e una felicità da tempo perdute, per sé e per gli altri».