Se vuoi raggiungere i tuoi obiettivi devi essere in grado di rinunciare a ciò che ami.
Il genio di Jo Nesbo non conosce limiti, e firma un noir poliziesco cupo e violento, con il talento che lo contraddistingue e che lo ha reso unico: solo lui può prendere il Macbeth di Shakespeare e farlo vivere in una Gotham City degli anni ‘70.
La crisi economica ha paralizzato la città, trascurata, disumanizzata, inquinata, in preda alla corruzione, ai parassiti, ai trafficanti di droga. Le fabbriche sono chiuse, la gente si trascina disillusa, ci sono due casinò, la vita gira lì attorno, i pochi soldi investiti in un’illusione, quella della pallina che gira nella roulette, quella di un sacchetto di roba per dimenticare tutto in un sonno pieno di allucinazioni. I trafficanti ingrassano, aiutati dai potenti in un gioco di favori sempre più stringente e asfissiante.
In questo scenario si muovono Macbeth e la sua donna, Lady: un’ossessione per il potere, la loro, un’ambizione spietata che non si ferma davanti a nulla, un omicidio dopo l’altro, una scia di sangue che conduce ai piani più alti. Il miraggio della poltrona di sindaco, la polizia ai suoi piedi, un potere senza rivali.
A questo mira Macbeth, un progetto avido e greve che lo porta a isolarsi sempre più, vittima dei fantasmi dei suoi stessi delitti e della droga, tanta droga, soprattutto quella nuova, fortissima, che si chiama giustamente Power. E non basta mai.
Una rilettura di Macbeth non può riservare sorprese sulla trama, quella è, e chi conosce il testo teatrale sa cosa succede. Ma il Macbeth di Nesbo non si legge per scoprire come va a finire. Si legge perché questo libro è un crime perfetto, un Nesbo coi fiocchi. E questa rivisitazione è l’occasione per una feroce tragedia moderna, nella quale la corruzione, la cieca avidità e la sete di potere diventano universali, una continua spasmodica ricerca per avere di più, che offusca la mente. Un tema eterno, insieme all’amore, che è insieme spinta all’azione, distruttiva e tormentata, paranoia e rimpianto.
Desiderare il bene è umano tanto quanto peccare.
Teso e spietato. Nesbo DOC.
Recensione di Francesca Cingoli