Per la prima volta raccolto l'intero corpus epistolare di un uomo che fu al centro delle questioni culturali, artistiche e politiche nei primi, decisivi decenni del Cinquecento. Castiglione era, insieme al suo amico Bembo, il maggior punto di riferimento per la letteratura del suo tempo. Dettava le tendenze e i canoni del gusto: con il suo Cortegiano aveva fornito un insuperato modello di stile (la «sprezzatura», cioè l'elegante disinvoltura, l'ironia) e di ideologia (esaltazione della corte ispirata agli ideali umanistici). Ma Castiglione era anche il piú influente esperto d'arte. Poteva lanciare un pittore e sancirne il sucesso, come avvenne con il suo pupillo Raffaello, o influenzarne lo stile attraverso precise committenze. Se la storia del Rinascimento è studiata soprattutto come storia dell'arte, le Lettere sono uno snodo imprescindibile. L'autore mantovano ebbe importanti ruoli politici. Delicatissimo l'ultimo suo incarico, quello di nunzio apostolico presso la corte di Carlo V a Madrid, proprio negli anni che portarono al Sacco di Roma. Un'ultima notazione va fatta per sottolineare l'importanza delle lettere dal punto di vista linguistico. Negli anni di Castiglione, Bembo stava cercando di imporre la sua «invenzione» di un italiano esemplato sui classici del Trecento. Castiglione, almeno all'inizio, la pensava diversamente preferendo un italiano piú naturale, piú «moderno», piú influenzato dalle parlate ragionali. Queste lettere, soprattutto quelle famigliari, sono uno straordinario esempio di quale forza espressiva avesse il volgare, e forse ci fanno rimpiangere che il modello bembesco si sia poi imposto in tutta Italia per molti secoli. L'edizione completa delle Lettere esce ora finalmente dopo molti anni di lavoro, minuziosi controlli degli autografi e delle trascrizioni conservate negli archivi italiani e spagnoli, e con un fondamentale apparato di note.