L'opera presenta il 6° volume dell'epistolario di Pietro Aretino, a stampa per l'ultima volta nel 1609. Geniale interprete della realtà in cui visse, l'Aretino fu inventore di un vero e proprio genere letterario, quello epistolografico. Scrittore prolifico, infaticabile amante, acerrimo nemico e complice di papi, re, imperatori e notabili, con le sue Lettere egli crea e rinsalda il mito di se stesso incarnando la figura dell'intellettuale mondano e sprezzante, pronto a rivolgere liberamente la sua penna contro i potenti.