Antonio è un liceale introverso, affetto da una lieve forma di epilessia, che lo rende ancora più solitario, e in costante e corrucciato "credito con la vita". È a Marsiglia, accompagnato dal padre alla visita con il medico che lo sta curando. La terapia prevede due notti e due giorni senza dormire, sotto effetto di anfetamine, per testare se l'epilessia è regredita. Due notti senza sonno, in giro per le strade buie di Marsiglia, due giorni a scoprire le bellezze della città, sotto il sole cocente: camminare, bere caffè, ascoltare musica, nuotare, conoscere persone. Si fa tutto per rimanere svegli. E si parla. Camminare di notte per i quartieri di Marsiglia, affascinanti e carichi di insidie, genera una tensione emotiva fortissima tra Antonio e un padre che non conosce bene, separato dalla madre da anni, un'altra casa, un'altra vita. Sono due estranei un po' a disagio, alle prese con una convivenza inattesa e anche indesiderata, questi due uomini che nella notte iniziano a parlare, a raccontarsi. Le atmosfere notturne avvolgono il dialogo con un'intensità potente, che si carica di affetto a ogni pagina. Si avvicinano, le due vite, si sfiorano in due notti e due giorni che rappresentano una svolta per entrambi, liberi di svelarsi, con i ricordi, con le fantasie, con i tanti non detti che parlano più di ogni altra cosa di sé stessi, rivelando la propria anima. Antonio e suo padre si riconoscono inaspettatamente vicini e simili, complici nella consapevolezza della precarietà, della lotta con le illusioni e con il tempo. Libertà è equilibrio precario, è essere un po' fuori posto. È un dialogo vero il loro, che li aiuta a comporre il puzzle del loro rapporto, interrotto e reso frammentario dalla lontananza, dal ritegno e anche dal risentimento. Un dialogo adulto, maturo, tra un matematico di successo che riconosce gli irrisolti della propria vita e i sogni lasciati a metà, e un ragazzo assetato di vita, che si sta costruendo, e cerca indicazioni e mappe per trovare la sua strada. Un'educazione sentimentale e culturale che trova nella notte la sua dimensione più sincera: Le tre del mattino è un magnifico Carofiglio intimista, nostalgico e molto emozionante.
"Nella vera notte buia dell'anima sono sempre le tre del mattino" (F. Scott Fitzgerald)"
Recensione di Francesca Cingoli