“Sarebbe interessante ricostruire il puzzle di questa vita frammentata, ma bisognerebbe sapere da quale pezzo cominciare.”
Mentre Simon Nédellec, consigliere personale del presidente Pompidou, è in missione a Tahiti assieme alla moglie Isabelle, la sua amante, l’attrice e ballerina di origine russa Karine Velle, viene trovata morta nel suo letto, nel bell’appartamento in rue de Boulogne a Parigi. La confezione vuota di sonniferi lì accanto farebbe pensare a un suicidio. Ma la figura di Karine è troppo affascinante per non destare dubbi, pettegolezzi e tanta curiosità: per la sua storia, innanzitutto. Artista russa, arrivata in tournée in Francia ha colto al volo l’occasione di chiedere asilo politico ed è poi diventata cittadina francese grazie al matrimonio con un regista affermato. Il suo è un passato con tanti misteri e tante zone buie, illuminate solo dalla sua bellezza innegabile. Al suicidio non crede nessuno e la morte di Karine diventa l’argomento del momento, insieme ai dettagli della sua relazione.
Ce n’è per tutti, per le chiacchiere pruriginose dei salotti, per le riviste scandalistiche ma anche per gli uffici dei servizi segreti, che vedono lo spettro dello spionaggio sovietico. Perché Karine, o meglio Karina Alexaïa, è probabilmente stata con tutti una bugiarda di prima categoria; sicuramente era una donna che si faceva amare ma non conoscere.
“Chissà quante altre persone, delle quali ignorerò sempre l’esistenza, sono coinvolte nel bene o nel male in questo girotondo, i capricci della sorte sono infiniti. Quanti di noi, ogni tanto, magari di sfuggita, scorgeranno proiettata sulle peripezie della propria vita l’ombra di una ballerina morta?”
Paul Guimard con le Coincidenze inevitabili firma un romanzo ambientato a metà degli anni Settanta, in forma di mosaico, dando voce a tutte le persone che in un modo o nell’altro sono coinvolte nell’affaire Karine, e crea un mondo di personaggi tutti degni di prendere la parola, partendo dalla stessa famiglia Nédellec.
Simon, che era innamorato della giovinezza di un amore insperato, è straziato, e unisce vergogna, dolore e nostalgia per quell’ultimo bagliore di leggerezza della sua vita; accanto lui, allibita, la moglie Isabelle si trova suo malgrado a dover indossare dei panni di pazienza e decoro coniugale, e si interroga al tempo stesso su quell’amore, sul fascino riscoperto di quel marito ormai scontato per lei, ma che improvvisamente le appare come responsabile addirittura di un gesto estremo da parte di una bella amante.
“Però dai, che cavolo! Ci manca solo che mi metta a fare l’autopsia dei loro sentimenti! Prevedo un grosso scandalo, e io reciterò la parte della seconda vittima, quella viva. È il ruolo migliore, un po’ insulso ma facile da interpretare.”
Nella sua commedia umana, l’autore non si dà limitazioni: dalla cameriera martinicana che ha ritrovato il corpo, al prete pieno di dubbi morali, alla vecchia vicina di casa che i figli vorrebbero mandare in ospizio per vendere il suo appartamento, a un promesso sposo che potrebbe occupare la casa di Karine, alla segretaria tuttofare di Simon, al medico incaricato dell’autopsia, all’ex marito e a un dongiovanni russo. Ognuno interviene, con il suo personale racconto in forma di testimonianza.
Tra intrighi e dichiarazioni di amore, il groviglio della storia di Karine si sviluppa attraverso le indagini della polizia e i tasselli, sentimentali e non solo, che progressivamente e con spunti di grande ironia Guimard riesce a incastrare tra di loro, giocando con i dubbi, le finte verità, gli intrighi, i dossier, in un gioco narrativo che è un meccanismo perfettamente congegnato. È la combinazione di circostanze la chiave di questo romanzo brillante, che finisce per unire i destini del presidente Georges Pompidou con quelli di una ballerina russa fuggita verso la libertà.
Le coincidenze inevitabili è un giallo con la vivacità di una commedia, popolato da personaggi in cerca di un loro spazio di verità: è una girandola di frammenti di vita, riflessioni, confessioni, che fa emergere quanto siamo fragili e pieni di dubbi. Nel mosaico di dichiarazioni, Karine è la donna del mistero, attorno al quale ognuno costruisce il suo castello di finte certezze. Chi crede di essere amato, chi usato, chi tradito, chi, come Marie Nédellec, sfoga la sua rabbia adolescenziale su tutti, offesa dalla prosaicità del padre. In questa girandola di personaggi e umanità, risolta con un riuscito equilibrio di suspence e ironia, il più emozionante è l’ex marito, Bernard Velle, disarmato di fronte alla fortuna di quella donna tutta sua per un po’, ma anche di fronte all’impossibilità, così naturale, di poterla davvero descrivere.
“Chi era Karine Velle, mia moglie? Ho molti più elementi di chiunque altro per rispondere a questa
domanda, ma temo che prima dovrò dimenticare tutto ciò che credevo di sapere.”
Recensione di Francesca C.