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“Qui ai piedi delle colline, non sempre c’è bisogno di una spiegazione. Qui il mondo non si può appiattire. È una zona da cui molti vogliono andarsene. È una zona che inghiotte la gente.”
È nel ventre di un’America trascurata, Barnesville, Ohio, cinquemila anime sulle colline pedemontane degli Appalachi al confine con il West Virginia, dove la gente vive ai margini delle perforazioni minerarie, l’aria è satura di porcherie che intossicano, le case trasudano degrado e il futuro che si prospetta è vendere quote della propria terra all’azienda perché ci piazzi i propri impianti, estragga, e avveleni tutti. La Demont è arrivata così, assegni in mano e sorrisi benevoli, la richiesta di cedere terreni sventolando prosperità, la visione di assicurare un avvenire ai figli, di avere una rendita, partecipare a un sogno di benessere.
Ma poi i figli sono nati deformi, il fracking continua a scuotere la terra, e fa ribollire un odio impotente, contro le torri, le cisterne, le miniere a cielo aperto, l’acqua e il cibo avvelenati.
Amy Wirkner è nata in questa terra, con un nonno in prima linea tra gli incappucciati razzisti, uno zio tornato da Baghdad e Fallujah con cicatrici e culto della supremazia bianca, un padre sconfitto e una madre che cerca nello svilimento del suo corpo un modo per credersi ancora viva e desiderata. Amy è Lady Chevy per tutti, perché è sovrappeso, un didietro ingombrante come una Chevrolet, ed è cresciuta così, definita per il suo corpo, emarginata dai gruppi che contano a scuola, venuta su in mezzo a simboli di odio e di identità, nei quali non si riconosce, ma che sa far parte della sua vita.
“Ho inciso quella svastica per vedere se ero in grado di farlo, come sarebbe stato creare un simbolo che tutti ritengono diabolico, stigmatizzato da un mondo che mi sembra sempre più cretino. Incidere quegli angoli, fissarli nel legno, mi ha fatto sentire forte, perché il loro significato mi assicurava che la mia stirpe aveva un valore. Che non ero solo un rifiuto da scartare. “
Il suo riscatto è l’idea del college, dove diventare veterinaria, e conquistare un lasciapassare per abbandonare Barnesville. La sua testa è sempre lì, all’elaborato da preparare, alle lettere di referenze, alla busta che contiene la sua speranza. Perché adesso Amy è Lady Chevy, ma domani sarà tutto diverso, domani la aspetta un nuovo orizzonte, e lei si prepara, determinata a non abbandonarsi al degrado della madre, al bisogno di sangue dello zio, all’avvilimento dell’amico Paul che può sperare solo nel lavoro in miniera, per distruggere i polmoni di polvere come suo padre.
C’è un senso crudo di moralità in Lady Chevy di John Woods, che racconta la realtà di un’America bianca devastata dal senso di una violenza che si confonde con la giustizia, con la cultura del più forte, dove stare dalla parte dei buoni autorizza qualunque atto. Brett Hastings è il poliziotto di questa storia, un filosofo nichilista che ha abbandonato la riflessione intellettuale per trovare nel distintivo e nella pistola il suo senso etico, senza mezze misure, senza pietà. Dall’altra parte lo spirito protettivo che lo zio Thomas Schmidt ha nei confronti di Amy è tutto in un fucile, pallettoni per proteggersi, per affermare la propria sicurezza, i diritti di famiglia.
Si gira armati, a Barnesville come in tante parti dell’America profonda, dove la difesa giustifica ogni violenza, i simili si aiutano, sotto la bandiera degli stessi principi, che li rendono forti, e li fanno sentire meritevoli, incapaci di vergogna, pronti a combattere senza arretrare di fronte al nemico, qualunque esso sia.
“Ora come ora c’è una pace fragile, la vita quotidiana è comoda, nessuno muore di fame. Ma quando perderemo davvero il potere, e non ci sarà cibo nei negozi, né benzina alle stazioni di servizio, questo posto scoppierà. E l’orrore, il vero orrore, si spargerà in America. Al confronto la Guerra civile sembrerà una scaramuccia.”
Quando Paul chiede a Amy di accompagnarlo in una missione contro gli impianti della Demont, Amy acconsente perché è innamorata dell’amico di sempre e non sa dirgli di no. La cisterna esplode ma non tutto va come previsto. Lady Chevy rischia di vedere infrangersi il suo sogno di fuga da Barnesville e non avrà paura di affrontare il proprio volto più oscuro e feroce pur di salvarsi.
Viscerale e cupo, il romanzo di John Woods racconta con i toni del noir una terra dove la vita è una guerra, chi è nel giusto e chi no, chi mangia e chi viene mangiato. È un mondo di solitudini, intrise di odio e di malessere: ci si ammala di veleni e di cibo, si cresce educati a vivere a spese degli altri, perché sopravvive il più forte, gli altri restano indietro, e la moralità è un gioco di parole truccato, un’illusione per fare stare buona la gente. In questa oscurità, non si conosce il senso dell’anima, ma solo quello del potere, dove la brutalità sgorga dagli anfratti più nascosti, come un diavolo che ci fa bruciare nelle proprie fiamme in una dannazione quotidiana.
“Il mio futuro sta per essere inghiottito. Per riprendermelo devo superare la tempesta.”
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